Siamo andati a scoprire questo prodotto, inventato da un gruppo di giovani ingegneri del Politecnico di Milano, che permette di rilevare con facilità le polveri sottili nel proprio quartiere. Le registra e le mette in rete, a disposione gratuita di tutti
All’apparenza è solo un portavaso con un piccolo pannello solare montato su. In realtà è anche e soprattutto un misuratore della qualità dell’aria: dal balcone o dal davanzale della finestra di casa, è in grado di rilevare la quantità di polveri sottili presenti. È per questo che i suoi creatori lo hanno chiamato “Arianna”: per una volta non c’è nessun riferimento alla mitologia greca, semplicemente “volevamo un nome proprio di persona e abbiamo scelto quello che inizia con la parola ‘aria”, spiega Paolo Barbato, ingegnere al quale spetta insieme ai colleghi Carlo Alberto Gaetaniello, Fulvio Bambusi e Andrea Bassi la paternità di questo pezzo d’arredo innovativo e sostenibile.
La differenza con le centraline di monitoraggio pubbliche
“In Italia le centraline pubbliche che misurano la qualità dell’aria sono meno di mille, perché questi dispositivi sono molto costosi e ingombranti”, osserva Barbato, aggiungendo che “Arianna vuole essere uno strumento complementare, vuole aggiungere informazioni più capillari sul territorio e andare a coprire tutte quelle zone che non sono servite da stazioni fisse delle agenzie regionali”. Inoltre, mentre le centraline pubbliche rilevano tutta una serie di inquinanti, dai gas come anidride carbonica, diossido di azoto e metano al particolato atmosferico, Arianna è specializzata nel leggere la presenza di polveri sottili, “che insieme al diossido di azoto è tra i principali inquinanti legati al processo di combustione di automobili, caldaie domestiche, attività industriali!”.
Com’è fatto e come funziona Arianna
Arianna è un prodotto modulare. Il portavaso vero e proprio è realizzato in plastica riciclata, e su questo si può fissare (ma volendo anche agganciare altrove, separatamente) la parte funzionale, realizzata con stampante 3D, sulla quale si trova anche un pannello solare con cui il dispositivo si ricarica (in alternativa può essere caricato anche con presa elettrica). La rilevazione avviene attraverso una presa d’aria sul basso, che è un sensore di particolato atmosferico. Arianna si collega in automatico alla rete wifi di casa, e per questa via trasmette in tempo reale i dati rilevati sulla app Wise Air: chiunque, anche chi non possiede il portavaso Arianna, può collegarsi gratuitamente alla app e fruire delle informazioni sulla qualità dell’aria in un certo quartiere.
La rete delle “sentinelle dell’aria pulita”
Il passo ulteriore nel progetto di Wise Air, la società fondata dai quattro giovani ingegneri, è proprio quello di creare una comunità, di stimolare la consapevolezza e la cooperazione attraverso gli open data. La nostra idea, racconta Barbato, è nata dal fatto che “avvertivamo pesantemente il problema dell’inquinamento atmosferico. Ci siamo chiesti: cos’è che possiamo fare per poterlo affrontare in maniera concreta? E ci siamo resi conto che mancavano dei dati capillari e allo stesso tempo facilmente accessibili e comprensibili per le persone”.