OPPO a Shenzhen, viaggio dietro le quinte della tecnologia in Cina

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Damiano Crognali, Shenzhen (Cina)

OPPO ci ha aperto le porte dei suoi laboratori dove applica robotica e intelligenza artificiale alla produzione di smartphone e di dispositivi smart, presenti e futuri

È chiamata la Silicon Valley della Cina. Siamo a  Shenzhen, 40 anni fa villaggio di pescatori da 60mila abitanti e oggi la capitale tecnologica del paese e mega città da oltre 17 milioni di persone dove abitano più miliardari che a New York. Questa città è stata la prima Zona Economica Speciale della Cina e oggi continua ad innovare: è stato uno dei primi luoghi al mondo a sperimentare la tecnologia 5G ed è tuttora l'avamposto dove le aziende tecnologiche sperimentano le innovazioni nella vita di tutti i giorni.

Nel quartier generale di OPPO

OPPO, colosso globale dell'elettronica di consumo, è nata qui nel 2004, e ci ha aperto le porte dei suoi laboratori per mostrarci come la produzione di uno smartphone integra robotica e algoritmi di intelligenza artificiale. Qui in Cina possiamo vedere la tecnologia di OPPO del presente, ma sopratutto del futuro - ci dice Isabella Lazzini, Cmo di OPPO Italia -. Imaging, Data center, Intelligenza Artificiale sono quello che vediamo nei nostri laboratori". 

 

In un edificio nella baia di Shenzehen viene testata la connettività degli smartphone, simulando diversi ambienti di rete nella vita reale, come quando si è sul treno oppure in luoghi affollati, e sulle reti di diversi operatori internazionali, incluse le reti italiane. E nello stesso edificio è presente l'Xr Lab dove vengono implementate le ultime applicazioni di realtà aumentata. Un braccio meccanico simula le varie angolazioni delle fotocamere dei suoi dispositivi per calibrare i display in base alle immagini acquisite e visualizzare così immagini virtuali coerenti con ciò che l'occhio umano vede nel mondo reale.

Dagli Health Lab all'Automated Imaging Lab

OPPO ha allestito anche degli Health Lab dove abbiamo potuto vedere come vengono allenati gli algoritmi e calibrati i dati da inviare ai suoi smartwatch, incrociandoli con sensori che misurano la nostra salute. Sull'OPPO Watch 4 Pro, ancora non lanciato in Italia, è presente anche una funzione di riconoscimento del tipo di corsa, di rilevazione dell'equilibrio del piede destro e sinistro del corridore, la frequenza del passo, la lunghezza della falcata, e identifica il rischio di sclerosi vascolare. 

 

A nord di Shenzhen, nell'Automated Imaging Lab di Dongguan, sono allestiti set cinematografici dove robot testano le fotocamere degli smartphone, sia quella principale che quella per i selfie. Ogni smartphone viene sottoposto a centinaia di test durante la fase di sviluppo, in situazioni di vita reale, dal bar a quando si fa la spesa. Ma non è solo la fotocamera ad essere testata, anche come le nostre dita toccano lo schermo: un braccio robotico che imita gli utenti reali dello smartphone che scorrono i social media, navigano sul web e svolgono altre attività. Negli NFC Lab invece i dispositivi vengono sottoposti a test per garantire la precisione di lettura e scrittura su diversi tipi di terminali NFC.

Il cloud sostenibile di OPPO

In Cina OPPO dispone anche di server in cloud dove sono caricati i dati, solo per gli utenti della Cina. Si trova a Binhaiwan Bay. In risposta alla crescente domanda di archiviazione dati, intelligenza artificiale e calcolo ad alte prestazioni, OPPO ha iniziato a costruire il suo primo data center nel gennaio 2020. Oggi questo centro dati ha una potenza di calcolo e la larghezza di banda necessarie per facilitare l'elaborazione dei dati su larga scala. Ma si continua a fare investimenti nell'intelligenza artificiale e per ridurre le emissioni di carbonio. Ecco, quello che ho trovato a Shenzhen è una sinergia a sviluppare soluzioni sostenibili. Quando noi mandiamo dati sul cloud, questi vengono conservati in questi data center, che anche se in minima parte inquinano. In risposta alla crescente domanda di archiviazione dati, e con l’aggiunta dell’intelligenza artificiale, si consuma e inquina ancora di più, perché occorre tanta energia. Ho avuto la possibilità di vedere AndesBrain OPPO, il nome del suo data center, e ho camminato attraverso i server: per ridurre le emissioni di carbonio è stato utilizzato un sistema di raccolta dell'acqua piovana per la circolazione del raffreddamento ed è stato adottato il raffreddamento a immersione invece di quello ad aria per i server GPU ad alte prestazioni, il che ha portato a un notevole miglioramento dell'efficienza energetica e della riduzione del rumore.

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