Rocket, le macchine per il caffè italiane che fanno impazzire gli appassionati nel mondo

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Daniele Semeraro, inviato a Liscate (MI), con la collaborazione di Eric Cervi

Abbiamo visitato la sede dell’azienda che fabbrica macchine per l’espresso domestiche e professionali completamente Made in Italy, che fanno gola agli appassionati di tutto il mondo

C’è un’azienda italiana chiamata Rocket specializzata in macchine per il caffè espresso domestiche e professionali che guardano al passato ma che allo stesso tempo sono portatrici di innovazione. Un’azienda che effettua il 98% delle sue vendite all’estero, che porta il valore del Made in Italy in tutto il mondo e che è riconosciuta dagli appassionati del settore come una vera e propria eccellenza. La sede di Rocket si trova alle porte di Milano e abbiamo incontrato il management e i dipendenti.

Cosa fa Rocket

Rocket è un’azienda nata nel 2007 grazie all’intuizione di Daniele Berenbruch, attualmente fondatore e amministratore delegato che già lavorava nel settore delle macchine per il caffè, e di due importatori neozelandesi che avevano il sogno di creare un’azienda che si dedicasse principalmente al mercato della fruizione domestica. “Quello che tentiamo di fare ogni giorno - ci racconta Daniele Berenbruch - è esportare la nostra cultura manifatturiera e la nostra passione per il caffè, che sono riconosciute in tutto il mondo. Come base abbiamo utilizzato delle tecnologie che risalgono addirittura agli anni Sessanta ma abbiamo poi introdotto tutta una serie di innovazioni tecnologiche, a partire dai nostri gruppi di erogazione, fino a che abbiamo deciso di dividere la nostra produzione in due filoni principali: uno prettamente industrial, tradizionale, e uno legato alla modernità, quindi macchine totalmente in Inox che permettono di eseguire delle estrazioni con tecnologie all’avanguardia”. Berenbruch ha dato alle nostre telecamere la possibilità di entrare sia nel reparto di ricerca e sviluppo sia negli stabilimenti dove avviene la produzione. Quello che notiamo subito è la presenza di personale giovane, motivato, che assembla le macchine a mano, una ad una, ne testa le caratteristiche ed esegue tutte le operazioni in maniera “maniacale”, per far sì che il prodotto arrivi dall’altra parte del mondo sempre perfetto. “La realtà - ci confida il Ceo - è che siamo fortemente concentrati sui dettagli, sulla qualità e sui materiali utilizzati. Inoltre abbiamo un gruppo di persone fortemente connesse, che va d’accordo, in un ambiente molto positivo, con un’età media di 32 anni, con un paio di ‘senatori’ che portano avanti la cultura degli anni Settanta, Ottanta”.

Innovazione nella tradizione

L’artefice del funzionamento delle macchine Rocket si chiama Ennio Berti. Vero e proprio veterano dell’azienda, Berti è sì il responsabile della ricerca e sviluppo ma è anche l’uomo che ha progettato da zero, e su carta, tutti i modelli in circolazione. “Il mio lavoro parte inizialmente da alcuni schizzi che faccio con matita e carta, dopodiché trasferisco le mie idee sul tavolo da disegno e vado a sviluppare il progetto, ricavandone tutti i particolari e partendo con la realizzazione della prototipatura”. Al contrario dei suoi “ragazzi”, che utilizzano il computer ormai per qualsiasi mansione, Berti ci apre il suo ufficio in cui campeggiano un grande tavolo da disegno, matite, componenti di macchine del caffè, attrezzi da lavoro, cataloghi e tanti appunti scritti su carta. “La tradizione è importante - ci spiega - perché rimangono ferme delle tecniche acquisite ormai da anni. Ma siccome si può sempre migliorare ecco che entra in gioco la tecnologia: l’idea del nostro brand è quella di utilizzare la tecnologia e poi, volutamente, nasconderla, per restare fedeli allo stile di una volta”. Per la serie: la tecnologia c’è ma è tutta “sotto il cofano”. Solo per fare un esempio, Berti ci spiega che nelle macchine Rocket le temperature sono gestite da algoritmi matematici e che proprio con una corretta temperatura si fa il 60% di un buon caffè, al resto ci pensano poi la qualità del macinino e ovviamente la miscela utilizzata. Con la tecnologia - continua Berti - è stato superato, per fare un altro esempio, uno dei problemi che generalmente si presentano nelle macchine professionali, che è l’erogazione del vapore al primo utilizzo: con le Rocket già dalla prima fuoriuscita si ottiene un vapore secco, privo di umidità e di condensa, ci spiega.

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La gamma Rocket

Ad oggi Rocket presenta una gamma di numerosi prodotti tutti diversi tra loro, con prezzi che partono dai 1.300 euro per salire oltre i 6.000, tutti costruiti con acciaio, ottone e rame italiani. Il nostro occhio cade sulle top di gamma: la Epica, con una pannellatura di ispirazione vintage, è una macchina a leva a comando manuale che offre un preciso controllo della pressione dell’acqua verso il caffè; c’è poi la R NINE ONE, che ha il controllo digitale della temperatura e permette di creare e salvare profili diversi di pressione dell’acqua verso il caffè. Fino ad arrivare alla Porta Via, macchina nata quasi per gioco come esercizio di marketing che da chiusa è una valigia e aperta si trasforma in una macchina professionale, molto utile per chi fa degustazioni o dimostrazioni on demand. Su richiesta Rocket lavora a macchine personalizzate o su misura e anche a edizioni limitate (100, 200 pezzi l’anno, “che vanno via subito” - ci spiegano). Ma il catalogo di Rocket è vasto e, sia per il mercato domestico che per quello professionale, offre numerose soluzioni in grado di adattarsi praticamente a tutti i tipi di utilizzo. E con una macchina del genere - ma chi lo compra lo sa - il caffè diventa un rito e non più un’operazione da pochi minuti prima di correre al lavoro.

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I clienti e il futuro di Rocket

Il cliente tipo di Rocket, ci confida Berenbruch, è una persona che ha grande passione per il caffè e per il bello, è molto esigente, utilizza la macchina per provare caffè di origini diverse, non si accontenta e, anzi, sperimenta diversi tipi di estrazione. Ma avendo provato, tramite un barista professionista presente in Rocket, diverse estrazioni di caffè possiamo confermare che si tratta di una bevanda davvero diversa, più profumata e intensa rispetto a quella a cui siamo abituati con le macchine commerciali. L’azienda, lo dicevamo, oltre che in Italia è molto apprezzata all’estero, specialmente negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa centrale, Germania in primis. Ma cosa c’è - chiediamo al Ceo al termine della nostra visita - nel futuro di un’azienda così innovativa che rimane ancorata alla tradizione? Sono tanti i nuovi progetti in arrivo, a partire da una nuova sede che ospiterà anche workshop ed eventi ma soprattutto macchine che, conservando le caratteristiche tecniche e qualitative “di una volta”, permetteranno all’utente di interagire sempre di più per scegliere ricette, temperature, profilazioni. La tecnologia - conclude il Ceo - è fondamentale per fare i prossimi passi”.

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