Tecnologia e umanesimo si incontrano al Politecnico di Torino

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Daniele Semeraro, inviato a Torino

Viaggio di Sky TG24 NOW all’interno di uno dei più importanti atenei italiani dove il nuovo corso “Grandi Sfide” si pone l’obiettivo di arricchire la formazione ingegneristica con tutti quegli elementi umani e sociali con cui le competenze scientifiche dei futuri ingegneri devono necessariamente sempre più avere a che fare

Un tecnologo e un umanista insieme per permettere agli studenti di arricchire la propria formazione ingegneristica con elementi umani e sociali. Accade al Politecnico di Torino dove è stato da poco lanciato un corso curricolare denominato “Grandi Sfide”. Dall’energia al digitale, dalla mobilità all’interazione tra tecnologia e umanità cambia dunque il modo di insegnare le materie scientifiche con la consapevolezza, ci spiega il rettore Guido Saracco, di non poter più formare ingegneri basandosi solo sulle cosiddette “scienze dure” (come matematica, logica, biologia, chimica, fisica) ma affiancando a questo tipo di insegnamenti anche una visione umanistica, affinché il punto di vista degli studenti possa sempre partire da sostenibilità e responsabilità etica e sociale.

“Un umanista e un tecnologo competente insieme”

“Senza comprendere quello che muove la società, i disagi che hanno le persone oggi, è impensabile riuscire a produrre tecnologie vincenti nel mercato e tecnologie che non comportino effetti negativi nella società”, ci spiega ancora il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. Per questo, aggiunge, “insegniamo ai nostri ingegneri a lavorare intorno all’uomo, un po’ come fanno già gli architetti”. I corsi, che permettono agli studenti di confrontarsi in gruppi interdisciplinari, sono tenuti insieme da un umanista e da un tecnologo competente e puntano a far elaborare ai ragazzi delle risposte alle sfide cui l’umanità ci mette oggi davanti: la salute del futuro, i cambiamenti climatici, la mobilità elettrica sostenibile, la digitalizzazione delle imprese, il rapporto tra algoritmi e democrazia, l’approvvigionamento dell’energia, l’inclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze, il benessere digitale, solo per fare alcuni esempi.

Il laboratorio di Geomatica
Il laboratorio di Geomatica

Un approccio nuovo al mondo del lavoro

Il corso rappresenta un unicum nel panorama universitario italiano e l’idea, ci spiegano, è nata guardando a quello che succede in altre prestigiose università d’Europa, da Parigi a Losanna. “Grandi Sfide” è proposto come formazione obbligatoria per tutti gli studenti di Ingegneria al secondo anno ma è aperto su base volontaria anche agli studenti di altre materie. Prima, ci confida ancora il rettore, queste nozioni dovevano essere necessariamente imparate appena si metteva piede all'interno delle aziende, il grande vantaggio adesso è quello di farlo direttamente durante l’università. Un’università - aggiunge - che sta cambiando e dove anche le strutture si modificano: “Non più aule-cinematografo ma stanze con tavoli in cui ci si riunisce per discutere, lavorare insieme, coltivare i propri interessi”.

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Studentessa al lavoro su un simulatore di guida
Studentessa al lavoro su un simulatore di guida

Il nostro viaggio all’interno del Politecnico

Quello che colpisce nella struttura centrale, grandissima, che si snoda attorno a corso Mediterraneo sono i moltissimi studenti stranieri e le lezioni tenute ormai quasi tutte in lingua inglese. E poi i tanti e interessanti laboratori tecnologici dove ogni giorno i ragazzi sperimentano in maniera pratica le nuove tecnologie. A partire, solo per fare alcuni esempi, dal laboratorio di Geomatica, dove si studiano e si affinano soprattutto grazie all’aiuto dei droni (il Politecnico è stato pioniere, ci raccontano, nell’uso di queste tecnologie) le tecnologie per mappare il territorio. Qui ci imbattiamo anche in una bicicletta, costruita dagli studenti, con sensori in grado di monitorare la qualità dell’aria e, allo stesso tempo, mappare in 3D strade e sentieri. C’è il laboratorio dove attraverso potenti simulatori di guida docenti e studenti fanno esperimenti sulla sicurezza stradale e sul comportamento dei guidatori. E poi a Torino, capitale dell’auto, non poteva mancare un nuovissimo laboratorio interdipartimentale per la misurazione delle emissioni delle auto, con una particolare sala prove dove si testano i veicoli simulando qualsiasi condizione di guida, di clima, di stato del terreno.

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