WiPlanet: "Ecco come portiamo internet dove non c'è"

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Beatrice Barbato

L'azienda, che opera principalmente in Alto Lazio e in alcune province toscane e umbre, ha l’obiettivo di portare la rete in aree non raggiunte dal servizio internet cablato grazie alle tecnologie radio

Come sarebbe la nostra vita senza internet? Facciamo quasi fatica a immaginarla. Nessun social, nessuna ricerca sul web e nessuna videochiamata, che la pandemia ha reso così indispensabile.Eppure, nel nostro Paese il digital divide, ovvero il divario digitale tra chi ha accesso adeguato a internet e chi ne è privo, esiste ancora.

L'idea di WiPlanet

È per colmare questo fenomeno che è nata nel 2006 WiPlanet, una realtà che ha l’obiettivo di portare la rete in aree non raggiunte dal servizio internet cablato – ovvero tramite Adsl o fibra ottica – perché distanti dalla città o dalle zone coperte. Per fare ciò WiPlanet sfrutta le tecnologie radio. “In tutti questi anni abbiamo seguito l’evolversi delle tecnologie radio – spiega Mauro Torri, socio fondatore di WiPlanet e sales manager – e oggi grazie ad esse riusciamo a trasportare la banda larga e ultra larga”. Accorciare le distanze e connettere le persone con il mondo esterno sono solo alcuni degli obiettivi dell’azienda, che non dimentica l’attenzione all’ambiente e alla salute degli utenti. “Siamo molto attenti a quello che noi chiamiamo il green-WiFi. Spesso in casa siamo pieni di dispositivi e non ci curiamo minimamente di quante onde abbiamo all’interno dell’abitazione”. Nella sua evoluzione, WiPlanet distribuisce anche connessioni cablate in fibra ottica, servizi di cybersecurity e centralini virtuali.

Le onde radio per portare internet nelle zone meno coperte

WiPlanet non opera su scala nazionale, ma nell’area della Tuscia, che comprende il territorio dell’Alto Lazio e delle aree confinanti di Toscana e Umbria. “Il nostro bacino di utenza va da Roma nord alla bassa Toscana, e dal centro Italia, quindi dalla provincia di Terni, fino al mar Tirreno. Una zona che include la Maremma laziale, Viterbo, una zona tutt’ora non coperta da servizi cablati. La nostra provincia si basa su una economia prettamente agricola. Qui ci sono vasti terreni che spesso vedono il fiorire di abitazioni, ville, ma anche aziende agricole”. Aziende agricole che necessitano di collegamenti a Internet, basti pensare a tutti quei macchinari e quegli impianti gestiti tramite servizi cloud e monitorati in rete.

Un aiuto per scuole e P.A.

Sono i più piccoli, però, negli ultimi due anni ad avere avuto maggiori, perché costretti dalla pandemia a seguire le lezioni in didattica a distanza. “Abbiamo supportato anche le scuole e vari enti pubblici, nell’ottimizzazione delle proprie risorse – racconta Torri – Siamo andati a migliorare diversi sistemi che erano obsoleti e rendevano impossibile, ad esempio, fare collegamenti in dad. Spesso, infatti, il problema non era lato utente, ma lato istituto. Le scuole hanno avuto bisogno di aggiornamenti, di consigli su come procedere e come perfezionare le proprie risorse”.

Un servizio e un aiuto un più

Non bisogna dimenticare, però, un’altra fascia della popolazione, più anziana e meno abituata a utilizzare i dispositivi tecnologici. “Noi come aziende abbiamo formato un team di ragazzi, dotati oltre che di preparazione e competenze, anche di una buona quantità di pazienza. Chiediamo ai nostri tecnici proprio di aiutare l’utente all’utilizzo di questi nostri strumenti – conclude Torri – L’utente spesso acquista un collegamento a internet magari perché ha sentito dire che, con questo mezzo, può vedere alcuni programmi televisivi in streaming, ma non sa come fare. Il nostro intento è quello non solo di offrire un servizio, ma anche di accompagnarlo per mano”.

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