FoamFlex200, la spugna che pulisce gli oceani dai riversamenti di petrolio

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Beatrice Barbato

Brevettata dall’azienda bresciana Test1, è in grado di catturare qualsiasi tipologia di olio per 30 volte il proprio peso. Atossica e attenta all’ambiente, può essere strizzata e utilizzata oltre 200 volte

Golfo del Messico, anno 2010: 800 milioni di litri di petrolio vengono riversati in mare. Un anno dopo tocca alla Nigeria: una piattaforma petrolifera al largo di Bonga perde 5.500 tonnellate di oro nero. E si potrebbe continuare all’infinito elencando i grandi disastri ambientali verificatisi in questi anni, dal Texas alle isole Shetland, dal Golfo Saronico al Cile, fino all’ultimo grande sversamento che ha inquinato lo scorso agosto le limpide acque delle Mauritius. Tutto questo senza contare le migliaia di piccole perdite che si verificano ogni giorno.

FoamFlex200, come funziona la spugna che salva gli Oceani

È per aiutare il nostro Pianeta - e noi che lo abitiamo – che è nata FoamFlex200, una tecnologia tutta italiana, progettata e brevettata dall’azienda bresciana Test1, per pulire gli oceani dalle fuoriuscite di petrolio. Si tratta di una spugna ad alta capacità di assorbimento, realizzata in schiuma poliuretanica e in grado di catturare qualsiasi tipologia di olio per 30 volte il proprio peso, in qualsiasi condizione climatica o area geografica. La FoamFlex200 è in grado, così, di bonificare una zona inquinata, recuperando integralmente il petrolio disperso. È efficiente, atossica per l’uomo, ma soprattutto attenta all’ambiente perché, dopo il suo utilizzo, può essere strizzata e riutilizzata oltre 200 volte. In questo modo si ridurranno sia la quantità di materiale assorbente da utilizzare, sia i costi necessari per lo smaltimento: per raccogliere 6 tonnellate di idrocarburi, infatti, è sufficiente solo 1 kg di prodotto. E se di norma una bonifica ha una efficacia pari al 20% sul totale del prodotto sversato, con FoamFlex200, il recupero è pari al 50-70%.

La tecnologia che guarda al futuro

Nel 2018 alle Canarie ha dato concreta dimostrazione della sua efficacia, quando, dopo il passaggio dell’uragano Emma, centinaia di tonnellate di oli e carburanti si riversarono in mare. In quell’occasione, l’impiego di poche decine di kg di prodotto ha permesso al Governo spagnolo di risparmiare 6 milioni di euro destinati alle attività di bonifica. È per fronteggiare emergenze di simile portata che Test1 ha dato avvio a una raccolta fondi su CrowdFundMe, finalizzata alla ricerca, allo sviluppo e all’assunzione di nuovo personale. La società è entrata a far parte, inoltre, dell’hub di Finix Technology Solutions, che si occupa proprio di supportare startup, italiane e non solo, per portare la tecnologia più innovativa nel nostro Paese. Non importa se accada lontano migliaia di km da casa nostra o se non inquini il mare che ogni giorno vediamo dalla finestra, perché lo sversamento di petrolio è un problema serio che nuoce non solo gli ecosistemi marini, ma che ha anche un impatto negativo sulla nostra salute.

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