Presentato a Firenze il primo acceleratore di particelle "trasportabile" per analizzare lo "stato di salute" dei capolavori artistici come gli affreschi. A Sky Tg24 vi raccontiamo come funziona
Sarà come avere un medico a domicilio per le opere d’arte. Non dovranno più essere spostate dai musei o dai centri di restauro. Machina è il primo acceleratore trasportabile per la diagnostica di capolavori, anche quelli inamovibili come gli affreschi. L’originale è ancora al Cern, Centro Europeo per la Ricerca Nucleare di Ginevra, ma un modello 1:2 è stato mostrato a Tourisma, il Salone Internazionale dell’Archeologia e dei Beni Culturali.
Come funziona
Machina separa le componenti dell’atomo e accelera le particelle a grande velocità verso l’opera da analizzare. Ogni elemento chimico produce delle radiazioni che rappresentano l’impronta digitale”. Analizzando i materiali si possono recuperare informazioni utili allo studio e al restauro. Per esempio serve a scoprire falsi, risalire alla provenienza delle materie prime, sapere di più sulle tecniche impiegate da un artista, identificare i materiali usati e, indirettamente, risalire alla datazione.
Una collaborazione internazionale
Machina è un progetto congiunto fra INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Cern e il Centro di Restauro, Opificio delle Pietre Dure di Firenze. “Sarà proprio quella la sua casa finale” spiega il coordinatore della Rete InFn per i Beni Culturali, Francesco Taccetti. Nei primi mesi del 2021 dovrebbe iniziare il suo impiego, con un’agenda già piena di impegni.