Gli haters sui social sono insospettabili che perdono il contegno sul web

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Una ricerca universitaria spiega come il linguaggio offensivo o addirittura violento è spesso usato da “Insospettabili odiatori" che sul web, e in certi contesti, perdono il contegno

Da uno studio sulla "Scientific Reports" frutto delle analisi dei ricercatori dell'Università Ca' Foscari di Venezia, in collaborazione con Agcom e Jozef Stefan Institute di Lubiana, su un milione di commenti a video inerenti Covid-19 pubblicati su Youtube, emerge che spesso gli hater sul web sono persone insospettabili che in alcuni contest perdono il controllo.

Leoni da tastiera

La ricerca ha messo in luce come solo il 32% dei commenti classifica come violenti siano stati rimossi dalla piattaforma o dall'autore ad un anno dalla pubblicazione. Dall'altro, fornisce dati utili alle strategie per comprendere ed arginare il fenomeno. Tra i 345mila autori dei commenti analizzati, lo studio non ha identificato dei veri e propri "leoni da tastiera" dediti unicamente a seminare odio. L'insulto non è quindi una deriva che riguarda una specifica categoria di persone. Molti utenti, in determinati contesti diventano autori di commenti "tossici".

L'algoritmo 

Il coordinatore del team da Fabiana Zollo, ricercatrice di Ca' Foscari, ha messo a punto un modello di machine learning in grado di etichettare ogni commento e classificarlo come appropriato, inappropriato, offensivo o violento, a seconda della tipologia di linguaggio utilizzato, per questo è stato possibile analizzare un racconto mole di contenuti sul web. La ricerca è stata svolta nell'ambito del progetto europeo IMSyPP “Innovative Monitoring Systems and Prevention Policies of Online Hate Speech", partito a marzo 2020 e della durata di 2 anni. Il progetto si pone come obiettivo principale l'analisi dei meccanismi che governano la formazione e diffusione di hate speech online e la diffusione di proposte data-driven per contrastarne la diffusione.

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