I dieci migliori videogiochi degli anni Novanta

Tecnologia

Federico Ercole

Legend of Zelda - Credit: Wikipedia

Durante l’ultimo decennio del ventesimo secolo il videogioco giunge alla sua maturità espressiva, sconfinando in una dimensione artistica e diventando un fenomeno globale. Ancora oggi tanti capolavori di quegli anni restano insuperati per qualità e invenzione 

Gli anni ’90 sono quelli di maggiore crescita per l’industria dei videogiochi. Anni in cui l’intero settore sperimenta, inventa nuovi generi o li definisce. In cui grandi autori si confermano e altri talenti lanciano le loro prime indimenticabili opere. Le sale giochi sono ormai quasi osbsolete, le console dominano il mercato e si diffondono ovunque con l’avvento della prima Playstation, mentre su PC un pubblico più esperto di tecnologia e programmazione inizia ad interagire non solo ludicamente ma in maniera creativa con i videogiochi, alterandoli, personalizzandoli. Nel contempo i soggetti dei videogame diventano sempre più complessi e profondi, inoltre, grazie alla computer graphics, cominciano a contenere segmenti non-interattivi di “cinema”. Davvero arduo selezionare dieci titoli di quel decennio straordinario, perché non basterebbero cento videogame per illustrare le opere d’arte elettroniche di un’era dorata. Ma, seppure con fatica, ecco la nostra Top-10.

10 - Half Life (1998)

Nei 18 capitoli che compongono questa fantascientifica storia in prima persona Valve inventa un nuovo modo di raccontare, mettendo in scena la storia senza bisogno di sequenze non interattive. Non solo uno “sparatutto” ma un dramma disperato della sopravvivenza che ci pone in una struttura governativa invasa da alieni di un’altra dimensione e occupata da forze militari ostili che vogliono eliminarci come scomodi testimoni di un esperimento tragicamente fallito. Attraverso la tastiera e lo schermo del PC siamo diventati tutti, almeno una volta, Gordon Freeman grazie ad una potentissima identificazione con il personaggio.

Half life - Credit: Wikipedia

9 - Pokèmon Rosso e Blu (1996)

Satoshi Tajiri, con Game Freak, comincia ad inventare il più grandioso e stratificato bestiario dell’immaginario collettivo che sia mai stato concepito. Gioco di ruolo a turni solo apparentemente fanciullesco, ma davvero strategico e complesso, la prima “coppia” di Pokémon travolse i giocatori di Game Boy Nintendo diventando un fenomeno che andò oltre i videogiochi, trasformandosi in “anime”, gioco di carte, fonte inesauribile di merchandising. Un viaggio attraverso le mai prima immaginate meraviglie bestiali del Kanto.

8 - Doom (1993)

Lo “sparatutto” per eccellenza, motore di brividi, ribrezzo e tensione nonché alimentatore di un virtuosismo balistico fenomenale. I suoi spazi claustrofobici, i suoni delle orribili creature, il sentore di un’apocalisse imminente e incomprensibile trasformano ogni sezione di Doom in un horror virtuale la cui dimensione spaventosa è tuttavia attutita dall’arsenale del protagonista. Uno sguardo in prima persona nell’abisso di un inferno marziano.

7 - Xenogears (1998)

Un’opera incompleta, sebbene auto-conclusiva, poiché la fase finale di questo immenso progetto Squaresoft di Tetsuya Takahashi per Playstation fu affrettata e le ultime fasi del gioco sono sintetizzate. Ma Xenogears, come la sinfonia “incompiuta” di Franz Schubert, mantiene la sua grandezza anche nella parzialità. Opera di fantascienza dalle premesse filosofiche, teologiche e psicanalitiche, scritta, musicata e diretta con arte e passione, questo gioco di ruolo a base di robot giganti, intelligenze artificiali divine e psicosi, ci racconta l’inizio e la fine, del primo e dell’ultimo, dell’alfa e dell’omega.

6 - Chrono Trigger (1995)

Epopea sci-fi e fantasy oltre il tempo e lo spazio per Super-Nintendo, una gemma del gioco di ruolo nipponico sviluppata da un dream-team composto da Hironobu Sakaguchi (inventore di Final Fantasy), Akira Toriyama (Dragonball) e scritto da un talento visionario come Kato Masato, le musiche eccezionali sono dei maestri Nuobuo Uematsu e Yasunori Mitsuda. Da un’era all’altra di un universo minacciato da un’aliena catastrofe definitiva, tra drammi e rara commedia.

Chrono Trigger - Credit: Wikimedia

5 - Resident Evil (1996)

Gli zombi tornano a spaventare in questo capolavoro dell’horror firmato da Shinji Mikami di Capcom, che insegnò ai giocatori di Playstation la dura arte della sopravvivenza virtuale. Non solo zombie, ma mutazioni genetiche orripilanti, enigmi e una cronica scarsità di risorse. Ancora oggi la mappatura della magione in cui si svolge il gioco è tatuata nel cuore e nella mente di chi vi vagò. Oltre il genere di appartenenza, Resident Evil è una pietra miliare dello spavento, da citare insieme, in un ideale pari-merito, con il qui escluso Silent Hill di Konami.

4 - Metal Gear Solid (1998)

La consacrazione del genio di Hideo Kojima, un’opera fanta-spionistica sperimentale, estrema, che stravolge il videogiocatore con la sua tensione, inventando nuove regole di gioco e arrestando la progressione ludica con intermezzi non interattivi che sono cinema puro, diretto con la maestria di un regista nato, tra Akira Kurosawa e Samuel Fuller, John Carpenter e Robert Aldrich. Giochi di guerra e di pace, invisibilità, metallo e gelo. La neve come una lacrima negli algidi spazi di una terroristica base militare.

Metal Gear Solid - Credit: Wikipedia

3 - Super Mario 64 (1996)

L’esordio di Mario nelle tre dimensioni, senza perdere la sua anima ludica che risulta invece amplificata nel fulgore tecnologico del Nintendo 64. Gigantesco e mai ripetitivo, fonte di gioia e di sfide ostiche, gioco puro dalle meccaniche infallibili e immediate, Super Mario 64 rivoluzionò il genere “platform” e nello stesso tempo il modo di concepire lo spazio dell’azione videoludica. Il baffuto idraulico italiano è sempre stato una stella, qui diviene una galassia.

2 - Final Fantasy VII (1997)

Le fantasie finali inventate da Hironobu Sakaguchi lasciano il Super Nintendo e sconfinano su Playstation, drasticamente mutate nell’aspetto ma non nello spirito, nella musica, nella struttura narrativa. Final Fantasy VII è un’epopea della vita, sogno per elezione di milioni di giocatori che hanno accompagnato il biondo e smemorato Cloud nel suo viaggio salvifico ed ecologista. La morte di Aerith rimane ancora oggi il trauma più devastante vissuto in un videogioco e Sephiroth il cattivo più riuscito della storia dell’intrattenimento elettronico.

Final Fantasy VII - Credit: Wikipedia

1 - Legend of Zelda Ocarina of Time (1998)

Oltre il decennio, si tende a considerare questa “leggenda” ancora il più grande videogioco di tutti i tempi. Un’avventura per Nintendo 64 dalla vastità smisurata, che quando pensiamo  si stia avvicinando alla fine, dopo innumerevoli imprese, invece è appena cominciata. Le cavalcate con Epona, i temi suonati con l’ocarina, i dungeon diabolici e disegnati con un’architettura perfetta, gli scontri memorabili contro nemici implacabili, i tanti giochi dentro al gioco, la fanciullezza e la maturità. Sublime.

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