Spinrel, il motore elettrico smart e tutto made in Italy
Drive Club, la rubrica sui motoriLa sua tecnologia brevettata lo rende imbattibile in efficienza, silenziosità e sostenibilità. Prodotto dalla lombarda Green Silence Group, non usa terre rare ed è perciò indipendente dalla Cina. E costa anche meno rispetto ai propulsori elettrici tradizionali. I manager: "Pronti a produrre per l'automotive"
Udite udite, la via elettrica è solo all'inizio. E' stata appena imboccata. In un momento decisamente tiepido per la spinta alle emissioni zero, può essere utile aprire gli occhi su un aspetto: proprio come l'endotermico, anche quello elettrico è un mondo in movimento. Una tecnologia, con la filiera che le ruota intorno, tutt'altro che definitiva e completa. L'elettrificazione è un universo che si evolve e si perfeziona, migliorandosi e correggendosi.
Qui parliamo di uno speciale motore elettrico. Protagonista di un upgrade di alto livello, che ha la meglio su diversi punti critici da sempre contestati a questa tecnologia. Caratteristiche che fino ad oggi sembravano strutturali, ineluttabili, qui vengono superate grazie a un'intuizione industriale, a passione e competenza, ma soprattutto grazie a ricerca e sviluppo. Parliamo insomma di un motore elettrico 2.0, figlio di una visione che incarna alla perfezione quei due concetti chiave chiamati transizione e conversione tecnologica. E di qualcuno che ci crede.
Un brevetto di nome Spinrel
Il suo nome è Spinrel, gioiello di altissima tecnologia prodotto da tre aziende lombarde già attive da anni nel settore dell'elettromeccanica. Sono Settima Meccanica, Spin (entrambe con sede a Cortemaggiore, Piacenza) e Motive (Castenedolo, Brescia). Piccole ma dinamiche realtà che hanno unito le proprie competenze per produrre un brevetto industriale innovativo, già pronto ad entrare nel mercato automotive, promettendo di migliorare la strada elettrica. La società nata a Milano da questa sinergia si chiama Green Silence Group, ed è ideata e finanziata dal fondo Xenon Private Equity. Il founding partner e managing director Franco Prestigiacomo, quanto alla missione del gruppo, non ha dubbi.
Dall'elettrone non si torna più indietro. Meglio darsi da fare
"Quello dell'elettrico è ancora un momento un po' pionieristico - ci racconta Prestigiacomo - Alcuni standard non sono stati fissati, non è ancora chiarissima la direzione sviluppo di alcuni prodotti, però è sicuramente un percorso da cui non si torna più indietro. Dobbiamo solo decidere a quale velocità percorrere questa strada. Quindi meglio posizionarsi il prima possibile, meglio fare ricerca e sviluppo. E avere prodotti adeguati a quella che sarà poi la transizione che si svilupperà nei prossimi due decenni". Una transizione che Prestigiacomo non lega primariamente alla "neutralità tecnologica", formula ora tanto di moda. Secondo lui la conversione industriale viaggia soprattutto in sella all'elettrone: "Sicuramente il grosso della de-carbonizzazione passerà attraverso l'elettrificazione. Per quanto con problemi, che di certo noi non possiamo risolvere, di produzione dell'energia elettrica".
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Aria al posto delle terre rare. E tanta matematica
Il segreto di Spinrel è legato a una sofisticata "meccanica dell'aria" all'interno del rotore, ovvero la parte mobile del motore elettrico. Una soluzione che libera il dispositivo dal fardello dei famigerati magneti permanenti, componente immancabile in qualsiasi motore elettrico tradizionale degli ultimi 40 anni. Una componente che ha bisogno - ecco il punto - delle preziose "terre rare" (su tutte, il neodimio).
"Nel motore Spinrel, invece, - ci spiega Alessandro Tassi, Ceo di Spin - al posto dei magneti permanenti si sfrutta il fatto di alternare la presenza/assenza di ferro-silicio e aria. Abbiamo fortemente ottimizzato quella che è la forma del rotore, delle sue barriere, sfruttando il principio della riluttanza". Sorprendentemente si tratta di un'idea in sé storica, negli anni poi trascurata. Dalle parti di Cortemaggiore hanno ripreso questa idea, sviluppata con modelli matematici e perfezionata con tecnologia di altissima precisione. Assicurandola con un brevetto. Nel dettaglio, ecco il cuore della magia: "E' come una molla meccanica" prova a tradurci Tassi. "La resistenza magnetica varia grazie un sofisticato allargamento delle cave del rotore, generando una forza tangenziale che è poi la coppia meccanica".
Il motore elettrico con un'efficienza mai vista
Questa innovazione, frutto di ottimizzazione infinitesimale, consente a Spinrel di compiere grandi passi avanti su più fronti. Prima di tutto, l'efficienza. Di per sé, ricordiamo, il motore elettromagnetico garantisce in media un rendimento del 90% contro il 40% del termico. Questo perché non disperde parte dell'energia in calore, ma traduce direttamente quasi tutta l'energia elettrica (in ingresso) in energia cinetica (il movimento, in uscita). La sua efficienza è il doppio del diesel e il triplo di un benzina. Ebbene, Spinrel guadagna qualche punto ulteriore su quel 90%, grazie al basso consumo di energia elettrica ottenuto con la riluttanza, tecnica più semplice e "immediata" rispetto ai magneti permanenti.
Mai sottovalutare il valore del silenzio
Altro aspetto cruciale, proprio perché si parla di tecnologie ad elettrone, è la silenziosità. Prestigiacomo lo rivendica con orgoglio: "Fino a una decina di anni fa, l'assenza di rumore non era vista come un aspetto importante. Oggi, in un veicolo elettrico dove l'unica fonte di decibel può essere la pompa di calore, è fondamentale che il motore non produca rumore. Il merito di Settima Meccanica - aggiunge il manager di Xenon - è stato proprio quello di inventare una pompa silenziosa quando il mercato non ne aveva ancora bisogno".
Questo spiega la scelta del nome "Green Silence Group", manifesto di una strategia industriale che naviga con la barra puntata dritta dritta sulla sostenibilità, guardando all'economia circolare.
Tre passi per l'ambiente
Spinrel è tre volte verde: intanto nella catena di fornitura, perché non fa uso delle terre rare dei magneti permanenti. Nessun bisogno di rifornirsi da miniere a cielo aperto, con pesanti impatti ambientali e sfruttamento di risorse idriche. In secondo luogo nell'utilizzo, poiché essendo elettrico garantisce emissioni zero di CO2. Infine, dettaglio non da poco, è verde anche nel riciclo a fine vita: "Se i componenti dei magneti permanenti, incollati nel rotore, - dice ancora Tassi - sono difficilmente estraibili, al contrario nello Spinrel l'alluminio, il rame e il ferro sono facilmente distaccabili, quindi riciclabili e riutilizzabili". In aggiunta, la meccanica basata sulla riluttanza presenta un ulteriore vantaggio, cioè la compattezza. Meno materiale, meno volume, spazi più ottimizzati: Spinrel è un motore più piccolo degli altri.
La Cina è lontana. E non ci serve
Sostenibile, questa volta, è un aggettivo che vale a 360 gradi. Ecco un punto su cui questo motore elettrico 2.0 "di casa nostra" dimostra di superare due delle maggiori critiche mosse all'universo elettrico: la dipendenza dalla Cina e i costi elevati. Spinrel ha una rilevanza strategica fondamentale, perché è autosufficiente dal punto di vista industriale. Nel produrlo, infatti, Green Silence Group non deve rivolgersi al Dragone per reperire le terre rare dei magneti, risorse delle quali Pechino è praticamente unico fornitore al mondo.
"Il fatto di non aver bisogno di terre rare - assicura Prestigiacomo - vuol dire non essere parte di una filiera che in questo momento, e per molti anni ancora, è estranea all'Europa e al mondo occidentale. Con Spinrel riduciamo la dipendenza da una filiera che è altamente inquinante, grazie a una tecnologia che ci permette di farne a meno. Ottenendo risultati addirittura migliori, su diversi fronti".
Non solo: anche il prezzo è più basso. Il costo dei magneti permanenti è mediamente 100 volte superiore al ferro-silicio. "Ma nel tempo - fa due conti il numero uno di Spin, Tassi - il prezzo di quel componente è arrivato a toccare punte di 500 volte rispetto al ferro-silicio, a causa delle fluttuazioni del mercato". Insomma Spinrel è anche più economico dei motori elettrici in giro. Una vittoria a tutto campo anche dal punto di vista della politica industriale. E' infatti un propulsore totalmente made in Italy: dai fornitori, alle attrezzature, all'ingegneria, fino alla produzione.
Il futuro automotive dietro l'angolo
Ad oggi il mercato del motore elettrico Spinrel è quello dei macchinari per le fabbriche, dei mezzi industriali (come trattori, muletti) o ancora quello dei veicoli pesanti e commerciali. "Ma sicuramente ha potenzialità anche in un mondo automotive, per i veicoli di tutti i giorni - è sicuro Alessandro Tassi - Parlo del powertrain, ma anche di tutti i generatori di movimento all'interno del veicolo elettrico. Sulla base alle richieste che arrivano dal mondo automotive, noi siamo pronti. Anzi, attendiamo sviluppi a breve".
Costruttori d'Europa battete un colpo. L'elettrico made in Italy, conviene.