Elezioni contaminate: come sarà il voto in Canada senza notizie su Facebook e Instagram

Il 28 aprile i cittadini canadesi saranno chiamati alle urne per le elezioni anticipate per il rinnovo della Camera dei Comuni, una tornata elettorale che avrà luogo in un contesto informativo senza precedenti. A seguito dell'entrata in vigore dell’Online News Act, che obbliga le piattaforme digitali a compensare gli editori per la condivisione dei loro contenuti, Meta ha deciso di mettere in pausa la diffusione di notizie su Facebook e Instagram in Canada. Una scelta cautelativa, ma di certo non neutra: facendola, la multinazionale ha creato un vuoto informativo che è stato rapidamente colmato da contenuti iper-faziosi e disinformazione, con conseguenze importanti per la qualità della vita democratica canadese. Nonostante il blocco delle news, molti canadesi continuano a utilizzare Facebook come fonte di approvvigionamento di aggiornamenti politici. Secondo il Media Ecosystem Observatory, oltre la metà degli utenti canadesi afferma di informarsi in questo senso attraverso la piattaforma di proprietà di Mark Zuckerberg, anche se i contenuti condivisi non provengono più da fonti giornalistiche riconosciute e affidabili. In questo brodo di coltura gruppi come Canada Proud, un'organizzazione di estrema destra canadese, hanno visto impennare la loro visibilità e influenza online, sfruttando il vuoto lasciato dai media tradizionali. La cosa di per sé non sarebbe un grosso problema, se non fosse che il vacuum di notizie verificate ha facilitato la diffusione di contenuti fuorvianti e fake news. I media d’oltreoceano parlano di numerosi casi di annunci pubblicitari su Facebook che imitano l'aspetto di testate giornalistiche mainstream per promuovere truffe legate a criptovalute. E sono circolati video deepfake che mostrano una resa digitalmente alterata del primo ministro Mark Carney che promuove investimenti fraudolenti. Contenuti che non solo ingannano gli utenti, ma minano anche la credibilità delle istituzioni e dei media. Canada Proud – che negli ultimi mesi ha speso in campagne pubblicitarie mirate su Facebook e Instagram quasi 250mila dollari – tuttavia non è solo sito “specializzato” in contenuti di destra che sta vivendo un momento d’oro: ultimamente sono spuntate dozzine di pagine Facebook e Instagram di orientamento politico conservatore, che di norma citano come fonte delle loro fake news testate giornalistiche ormai sparite dalle piattaforme, per cercare di darsi un tono . L'ecosistema informativo abbandonato da Meta è diventato terreno di una guerra per bande, compromettendo la capacità degli elettori di prendere decisioni informate e portando verosimilmente ad esiti elettorali imprevedibili: la diffusione di contenuti polarizzanti e disinformanti può esacerbare le divisioni sociali e influenzare l'esito del 28 aprile, come sostiene in un intervento la corrispondente dal Canada del New York Times Matina Stevis-Gridneff. Le istituzioni canadesi si trovano di fronte a una sfida complessa: come garantire il diritto all'informazione senza compromettere il principio di equità nei confronti degli editori? Finora, il governo è apparso in difficoltà nel contrastare efficacemente la disinformazione proliferata a causa della decisione di Meta. Dall'altro lato, tuttavia, un fronte critico delle dinamiche innescate dagli algoritmi chiede una maggiore responsabilità alle piattaforme digitali, sostenendo che non possono limitarsi a decisioni di natura commerciale senza considerare le implicazioni sociali e politiche del loro agire.

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