Google dedica un doodle allo scrittore russo Boris Pasternak

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Omaggio del motore di ricerca all'autore che scrisse il celebre romanzo "Il dottor Živago" e vinse un Nobel che fu costretto a rifiutare. Visse i suoi ultimi anni sotto lo stretto controllo del regime. Morì il 30 maggio del 1960

 

Il motore di ricerca Google ha voluto rendere omaggio con il doodle di oggi a Boris Pasternak, poeta e scrittore russo, nato il 10 febbraio di 131 anni fa a Mosca, in Russia. Famoso soprattutto per avere scritto il romanzo Il dottor Živago, premio Nobel per la Letteratura nel 1958, fu costretto a rifiutare l’importante riconoscimento per motivi politici e per le forti pressioni ricevute da parte del governo sovietico.

Vita e poesie

Boris Leonidovič Pasternak nacque in una famiglia di intellettuali di origine ebrea provenienti da Odessa, oggi in Ucraina. Il padre Leonid era pittore impressionista, la madre Rozalija Kaufman pianista. Erano amici di Lev Tolstòj, Rainer Maria Rilke e del musicista Skrjabin. Pasternak studiò composizione al conservatorio, poi nel 1912 scelse di andare a Marburgo, in Germania, centro della filosofia neokantiana, per seguire le lezioni di Hermann Cohen. Conseguita la laurea in filosofia, lavorò come insegnante privato, frequentando i circoli e i gruppi letterari del tempo. Il suo esordio come poeta avvenne in un gruppo cubofuturista, ma le sue prime raccolte di poesie, Il gemello fra le nuvole e Oltre le barriere, furono quasi completamente ignorate dalla critica. Affrontò anche i temi della Rivoluzione di Ottobre (1917), ma soprattutto cantò la natura, le stelle e la pioggia.

Il capolavoro

Tra il 1946 e il 1956 Pasternak lavorò a Il dottor Živago, oggi noto come il suo capolavoro. La pubblicazione, inizialmente, non fu autorizzata perché giudicata ostile all’Unione Sovietica. Il libro apparve in Italia nel 1957: fu pubblicato da Giangiacomo Feltrinelli, nonostante le pressioni arrivate dall’URSS e dal Partito Comunista Italiano per bloccarlo.  Il romanzo, da cui poi venne tratto un celebre film con Omar Sharif, Julie Christie e Geraldine Chaplin, affronta il problema della solitudine dell’intellettuale di fronte alla violenza della storia e racconta la Russia della Prima guerra mondiale, le trasformazioni sociali e, soprattutto, un amore impossibile.  Il romanzo fu tradotto in decine di lingue e venduto in milioni di copie e gli valse l'ambito riconoscimento internazionale per la letteratura.

Il rifiuto del Nobel

Il 10 dicembre del 1958, nella grande sala dei concerti di Stoccolma, si svolse la cerimonia della consegna del premio Nobel: erano presenti tutti i vincitori tranne uno, Boris Leonidovič Pasternak. L’allora segretario dell’Accademia svedese Anders Österling si alzò e disse: "Iil premio Nobel per la Letteratura quest’anno è stato assegnato allo scrittore sovietico Boris Pasternak, per il suo contributo significativo sia alla poesia contemporanea che alla grande tradizione della narrativa russa. Come sapete, il premiato ha comunicato che non desidera ricevere il premio. Questo rifiuto non comporta naturalmente nessuna modifica per quanto riguarda la validità della sua assegnazione. All’Accademia rimane soltanto da annotare con rammarico che l’assegnazione del premio non potrà avere luogo". Pasternak ricevette la notizia del premio il 23 ottobre, mentre si trovava a Peredelkino, a pochi chilometri da Mosca, festeggiò pranzando con la moglie e un’amica e il giorno dopo telegrafò alla segreteria del premio Nobel sette parole: "Immensamente grato, commosso orgoglioso, meravigliato, confuso. Pasternak". Dopo il Nobel e tutto quel che ne seguì, cominciò il decadimento anche fisico di Boris Pasternak che visse i suoi ultimi anni sotto lo stretto controllo del regime. Morì il 30 maggio del 1960.

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