L’Autorità garante della concorrenza e del mercato accerterà se il colosso di Mountain View ha violato l’articolo che vieta lo sfruttamento abusivo di una posizione dominante sui servizi di intermediazione per le inserzioni su internet. La segnalazione arriva da IAB, che rappresenta aziende di comunicazione e pubblicità attive in Italia
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Google sui servizi di intermediazione della pubblicità sui siti web, il cosiddetto display advertising. L'Antitrust accerterà se si sono verificati gli estremi della violazione dell'articolo 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) che vieta lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno. Il provvedimento, deciso durante un’adunanza dell’Agcm dello scorso 20 ottobre, riguarda le società Alphabet Inc., Google LLC e Google Italy Srl e dovrà concludersi entro il 30 novembre 2021.
La segnalazione di IAB
Il procedimento nasce da una segnalazione di IAB, Interactive Advertising Bureau Italia, associazione di categoria di imprese attive nel settore che rappresenta aziende di comunicazione e pubblicità attive in Italia. Secondo quanto contestato da IAB, Google avrebbe utilizzato una serie di pratiche scorrette finalizzate a escludere gli altri concorrenti dal mercato del display advertising. Pratiche che avrebbero avuto come effetto, si legge nella delibera dell’Agcm, quello di privare i clienti inserzionisti ed editori della possibilità di scegliere i propri interlocutori commerciali e le controparti contrattuali.
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Cosa contesta IAB a Google
IAB ha segnalato una serie di condotte di Google che farebbero parte di un’unica strategia per escludere i concorrenti. Si tratta di meccanismi molto tecnici, con i quali Google, secondo IAB, avrebbe penalizzato gli avversari sulla profilazione degli utenti ovvero la raccolta di dati sul web sui comportamenti e i gusti dei potenziali clienti al fine di definire meglio target da raggiungere. Tre le pratiche contestate da IAB: “Interruzione, dal 25 maggio 2018, delle chiavi di decriptazione dell’ID utente di Google; interruzione, dal 6 agosto 2015, degli spazi pubblicitari su YouTube (piattaforma di condivisione video di Google) venduti da intermediari terzi; interruzione, dal 21 maggio 2018, dei dispositivi di tracciamento degli utenti di operatori terzi su YouTube”.
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Le azioni contro Google
Google finisce dunque nuovamente nel mirino di un’antitrust. Nei giorni scorsi il Dipartimento di Giustizia americano ha avviato un'azione contro Mountain View, accusato di "soffocare la concorrenza a danno dei consumatori" e di essere un "monopolio". Google ha però respinto seccamente le accuse. “La gente - ha spiegato Kent Walker, chief legal officer del colosso californiano - sceglie di usare Google, non lo fa perché costretta o perché non trova alternative”. A settembre, in Italia, l'Agcm ha fatto partire sei istruttorie nei confronti di Google (per il servizio Google Drive), Apple (per il servizio iCloud) e Dropbox, per presunte pratiche commerciali scorrette, violazioni della Direttiva sui diritti dei consumatori e presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.