Rapporto Auditel-Censis: nel 2019 3,5 milioni famiglie senza internet

Tecnologia

Tra i nuclei famigliari con almeno un occupato o uno studente il numero scende a 300mila. Lo indicano i dati del rapporto “L’Italia post-lockdown: la nuova normalità digitale delle famiglie italiane”, presentato al Senato

In Italia nel 2019 quasi tre milioni e mezzo di famiglie non disponevano di collegamento ad internet. Tra i nuclei famigliari con almeno un occupato o uno studente il numero scende a 300mila. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal terzo rapporto Auditel-Censis “L’Italia post-lockdown: la nuova normalità digitale delle famiglie italiane”, presentato al Senato in data odierna, 19 ottobre. Il documento illustra come sono cambiate le dotazioni tecnologiche, le abitudini di fruizione e le relazioni familiari dopo il lockdown e sottolinea come nella Penisola il vero distanziamento sociale sia tra chi è dentro la comunità e chi è privo della capacità di spesa necessaria per acquisire beni divenuti essenziali tra cui, durante l'epidemia sanitaria, hanno acquistato peso tutti i device tecnologici.

MONTERREY, MEXICO - AUGUST 24: Student takes classes on a Laptop during the start of the school year from home on August 24, 2020 in Monterrey, Mexico. Mexican government will not allow in-person lessons this year and has developed a remote education system based on TV broadcasting. "Aprende en Casa" ("learn at home") program will support around 30 million students in the country in the 4 levels of basic education (kindergarten, preschool, elementary and secondary school) during the Covid-19 pandemic. Books will be available in an online platform and over 4,000 educational TV programs have been prepared to be broadcasted in different channels. According to official statistics, 56% of households have access to internet while 93% have a television. Radio programs will also be used to reach those kids with no connection nor TV, specially at indigenous communities. (Photo by Medios y Media/Getty Images)
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Lockdown: 32 milioni di italiani hanno svolto un’attività online

 

Durante il lockdown, secondo quanto emerso dal rapporto Auditel-Censis, il 48,6% delle famiglie italiane (11 milioni e 800.000 famiglie), in cui vivono 32 milioni e 800.000 individui (pari al 54,3% degli italiani) ha svolto almeno un'attività online, tra smart working, lezioni a distanza o acquisti su internet.

Per 8 milioni e 200.000 famiglie (e 24 milioni e 300.000 individui) è stata la prima volta.

In quei mesi, inoltre, è cresciuto di circa tre punti percentuale il numero delle famiglie con collegamento ad internet: dall'85,9% del totale del 2019 all'88,4% del luglio 2020. Nello stesso periodo, le famiglie che possiedono il collegamento a banda larga su rete fissa sono passate dal 55,0% al 56,0%. 

 

I numeri nel dettaglio

 

Seppur con differenze legale alla disponibilità di banda larga e di device, buona parte delle famiglie italiane si è dichiarata soddisfatta delle attività online svolte da casa in questi mesi di emergenza coronavirus. Nello specifico, il 31,7% delle famiglie ha fatto acquisti di prodotti non alimentari su internet, il 20,8% ha svolto attività di studio online a distanza (per il 15,2% era la prima volta), e il 17,5% ha lavorato in smart working (per l'11,3% era la prima volta). Dopo i mesi del lockdown sono aumentati sia gli italiani che si collegano ad intenet, 47 milioni e 200.000 (pari all'80,6% della popolazione con più di quattro anni), sia la frequenza dei collegamenti (si collegano tutti i giorni 42 milioni e 200.000 italiani, ovvero il 72,1% della popolazione con più di quattro anni). È incrementato anche  il numero dei device utilizzati. Negli ultimi anni è incrementato anche il numero dei device tecnologici presenti nelle case degli italiani. Crescita che ha interessato soprattutto gli smartphone, che hanno segnato un +2,4% rispetto al 2018. Nel 2019 nelle case degli italiani c’erano 44 milioni e 700.000 di smartphone. Il secondo gradino del podio spetta alle tv (42 milioni e 700.000), grazie anche al successo delle smart tv, possedute ormai dal 34,7% delle famiglie italiane. 

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