Ecco Fabricius, il tool di Google che decifra i geroglifici Egizi

Tecnologia

Si tratta del primo strumento digitale che permette di decodificare in poco tempo, grazie al machine learning, il metodo di scrittura degli antichi papiri Egizi

Nasce Google Fabricius, il primo strumento digitale che permetterà di decifrare e tradurre i geroglifici degli antichi Egizi. Si possono anche comporre e inviare i messaggi utilizzando proprio quei segni, per ora soltanto in inglese e arabo. L’azienda di Mountain View l’ha presentato proprio nei giorni in cui ricorre l’anniversario della scoperta della Stele di Rosetta, la prima chiave di decodifica che ha permesso di risolvere il mistero dei geroglifici, il codice che gli Egizi utilizzavano più di 4000 anni fa e che solo in pochi sapevano padroneggiare.

 

L’importanza del machine learning

 

Il nuovo strumento digitale è stato creato usando la tecnologia AutoML di Google Cloud, AutoML Vision, così da ottenere un modello di machine learning capace di dare un senso a ogni geroglifico. AutoML Vision permette infatti agli sviluppatori di "allenare" una macchina in modo semplice, così da farle riconoscere tutte le tipologie di oggetto. "In passato, invece, sarebbero serviti un team di Data Scientists, molti codici, ma soprattutto molto tempo”, specificano gli esperti sul blog di Google. Il tool Fabricius prende il nome dal padre dell'epigrafia ed è stato sviluppato in collaborazione con il centro di Egittologia australiano della Macquarie University, Psycle Interactive, Ubisoft ed egittologi da tutto il mondo.

 

Le funzioni di Google Fabricius

 

Il nuovo tool di Google Arts & Culture porta alla scoperta della lingua dell’antico Egitto attraverso tre percorsi interattivi. Il primo è proprio lo studio dell’idioma, che avviene in sei passaggi. Il secondo è il traduttore vero e proprio, che associa ai geroglifici parole e messaggi che poi possono essere condivisi. È inoltre possibile leggere tutto ciò che c’è da sapere su questo popolo, la storia delle meravigliose piramidi e altre curiosità. Poiché la macchina open source messa a disposizione da Google è la prima in grado decodificare i geroglifici Egizi in maniera automatica non è escluso che si aprano nuove frontiere per il mondo accademico e della ricerca.

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