Apple e Irlanda, Corte di Giustizia Ue: no a richiesta di 13 miliardi

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Secondo il Tribunale, la Commissione Ue non è riuscita a dimostrare in modo “giuridicamente adeguato” i vantaggi fiscali di cui avrebbe beneficiato Apple

L'Irlanda ha accolto con favore la decisione della Corte di Giustizia Ue, che ha annullato le disposizioni della Commissione europea per costringere Apple a pagare al governo 13 miliardi di euro (più interessi) di tasse arretrate non corrisposte. Nella sentenza si legge che il tribunale ha agito in questo modo perché “la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l'esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale ai sensi dell'Articolo 107". "L'Irlanda è sempre stata chiara sull'assenza di un trattamento speciale per le due società Apple. L'importo corretto è stato addebitato in linea con le normali norme fiscali irlandesi," ha dichiarato il ministero delle finanze del paese.

 

L’antefatto

 

Nel 2016 l'Antitrust, guidato da Margrethe Vestager, aveva considerato un accordo siglato da Apple con il governo irlandese un “aiuto di Stato illegale”, per questo ne aveva imposto la restituzione. Decisione contro la quale l'Irlanda e Apple avevano subito fatto ricorso e, mercoledì 15 luglio, è arrivato il verdetto. Secondo l’Antitrust Ue, il paese aveva garantito ad Apple la cifra record di 13 miliardi di euro di vantaggi, non regolari stando alle norme europee. Apple aveva allora versato un totale di 14,3 miliardi, comprensivi di interessi, che Dublino ha tenuto da parte in un fondo di garanzia per liberarli solo nel caso in cui il provvedimento fosse stato dichiarato valido anche dopo l’appello.                       

 

Il Tribunale dà ragione a Apple e Irlanda

 

Le cose non sono andate così. Mercoledì 15 luglio la Corte di Giustizia europea si è infatti pronunciata e ha giudicato “sbagliata” la decisione della Commissione. Bruxelles "ha concluso erroneamente" che le autorità fiscali irlandesi "hanno dato ad Apple un vantaggio selettivo" avendo consentito loro di non imputare alle filiali irlandesi i redditi ottenuti dalle vendite fuori dall'America. Per il Tribunale "la Commissione avrebbe dovuto dimostrare che il reddito rappresentava il valore delle attività realmente portate avanti dalle filiali irlandesi". Inoltre, questa "non è riuscita a dimostrare errori metodologici nel tax ruling contestato che avrebbe portato a una riduzione dei profitti di Apple in Irlanda". "Nonostante il Tribunale si rammarichi della natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato, i difetti individuati dalla Commissione non sono, da soli, sufficienti a provare l'esistenza di un vantaggio”, è quanto si legge.

La reazione della Commissione europea 

 

“Per combattere evasione e frodi si è fatto molto, ma il lavoro è lontano dall’essere completato: l’evasione fiscale internazionale degli individui in Ue ammonta a 46 miliardi di euro all’anno, quella delle imprese a 35 e le frodi sull’Iva transfrontaliera a 50 miliardi. È uno scandalo che non può più essere tollerato”, ha dichiarato il commissario all’economia e alla fiscalità Paolo Gentiloni, durante la presentazione del pacchetto di misure contro l’evasione.

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