I risultati di una nuova analisi, promossa da Aruba, InfoCert e Trust Technologies, hanno evidenziato tutti i benefici ottenuti negli ultimi anni grazie all’uso della Posta Elettronica Certificata
Tra il 2008 e il 2019, l’uso della Posta Elettronica Certificata (Pec) ha portato con sé dei benefici netti complessivi che si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro sul mercato italiano. A indicarlo sono i risultati di un’analisi condotta da Idc, promossa da Aruba, InfoCert e Trust Technologies. La società di ricerche di mercato ha anche stimato che tra il 2020 e il 2022 questo valore incrementerà di 1,8 miliardi di euro. Per gli analisti, nei prossimi anni il Digital Trust acquisterà un peso sempre maggiore nella crescita dell’economia digitale: entro il 2025 il 25% della spesa in sicurezza informatica sarà indirizzato allo sviluppo dei “Trust Frameworks”, dei modelli concepiti per garantire e proteggere la fiducia tra le parti durante una transazione digitale.
La crescita della Pec
I dati diffusi da AgID indicano che nel 2019 in Italia erano attive 10,8 milioni di caselle PEC e in un anno sono stati superati i 2 miliardi e 380 milioni di messaggi scambiati. Si stima che entro il 2022 le caselle attive saranno più di 15 milioni e verranno scambiati oltre 3 miliardi di e-mail all’anno. Dall’analisi è anche emerso che solo una piccola parte dei flussi di Posta Elettronica Certificata dipende da processi di sostituzione della corrispondenza tradizionale. È soprattutto la nascita di nuovi servizi, nuove modalità d’uso e nuovo business a incentivare l’utilizzo della Pec.
I vantaggi legati all’uso della Pec
Basandosi su fonti referenziate e aggiornate, come l’AgID, l’Istat, l’ACI e il Greenhouse Gas Protocol, i ricercatori di Idc hanno studiato l’impatto dell’uso della Pec non solo sulla sfera economica, ma anche su altre dimensioni. Per esempio, i risultati dell’indagine indicano che grazie alla Posta Elettronica Certificata nel 2019 la mobilità frizionale è stata ridotta di 253 milioni di kilometri, evitando l’immissione nell’ambiente di 78.000 tonnellate di CO2 (nel 2020 dovrebbero salire a 120.000 tonnellate). Si tratta di un risultato legato alla possibilità di non doversi recare per forza all’ufficio postale per accedere ai servizi di corrispondenza. L’uso della Pec, inoltre, ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di m2 di spazi di archiviazione nel 2019, sia di giacenza che di conservazione. Infine, i tempi di attesa presso gli uffici si sono ridotti di 2.150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022. "A nostro avviso, l'aspetto di maggior rilievo che emerge dallo studio è come il digitale abbia aperto un green market tanto per i nuovi operatori del circuito Pec quanto per gli operatori tradizionali del sistema postale, evidenziando come sia possibile mitigare efficacemente gli effetti più disruptive dell'innovazione tecnologica attraverso una coopetizione virtuosa tra gli operatori sotto la guida delle istituzioni", afferma Giancarlo Vercellino, Associate Director Research & Consulting, Idc Italia.