Huawei, intervista al vicepresidente: tensioni con Usa non incideranno in Europa

Tecnologia

Cristian Paolini

Catherine Chen, poche ore prima che si aprisse il fronte Google, ci ha spiegato le strategie e il futuro dell'azienda di Shenzhen

“Crediamo che i Paesi europei prenderanno le proprie decisioni in maniera indipendente dagli Usa, per quello siamo ottimisti per il vostro mercato e lo sviluppo della tecnologia 5G”. Con queste parole Catherine Chen, vicepresidente e direttore del board di Huawei, poche ore prima che si aprisse il fronte Google, ostentava tranquillità sul futuro del colosso cinese rispetto alla “lista nera” emessa da Trump contro i fornitori tecnologici orientali. In una lunga intervista nel quartiere generale di Shenzen (IL REPORTAGE) la Chen ci ha spiegato le strategie dell’azienda e raccontato il suo passato, tracciandone il futuro.

In 30 anni Huawei è diventata uno dei maggiori player mondiali nell’ambito della tecnologia. Qual è il segreto di una crescita così rapida? 

“A contribuire al nostro successo sono stati sia fattori interni e esterni. Partiamo dai fattori esterni. In primo luogo, la Cina ha attuato alla fine degli anni '70 una politica di riforma e apertura che ha aperto la strada al settore privato. Ciò ha dato un forte impulso all'economia di mercato cinese, che ha registrato una crescita esplosiva nei decenni successivi. In questo contesto, Huawei è riuscita a crescere rapidamente. In secondo luogo, Huawei ha scelto di entrare nel settore delle Tecnologie dell'informazione e della comunicazione ad alto potenziale. Questo settore aveva già sviluppato molte competenze e goduto di una crescita straordinaria negli ultimi 30 anni. I fattori interni del nostro successo sono simili a quelli di molte altre aziende di successo. Per esempio Huawei, così come queste aziende, è costantemente focalizzata sugli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico. Huawei ha investito notevolmente nella Ricerca & Sviluppo, classificandosi negli ultimi anni al quinto o sesto posto tra tutte le aziende tecnologiche del mondo. In futuro, Huawei continuerà a investire molto nella Ricerca & Sviluppo”.

Ha citato la Ricerca e Sviluppo. Lo scorso anno Huawei ha investito qualcosa come 14 miliardi di dollari nel settore. Dove vi state focalizzando maggiormente? 

“Innanzitutto, Huawei investirà continuamente e in modo massiccio nel tradizionale settore delle infrastrutture ICT, che include tutte le tecnologie correlate alla connettività, come il 5G e la banda ultra larga. In secondo luogo, investiremo significativamente nelle tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale ei servizi cloud. Infine, altre aree chiave per i nostri investimenti luogo, sono gli smartphones e altri dispositivi di consumo familiare per i clienti”. 

Ha parlato degli smartphone. Pensa che il 2019 sarà l’anno del sorpasso a Samsung nella leadership di mercato?  

“Fornire servizi di alta qualità ai consumatori è una delle ragioni principali che spiega il notevole investimento di Huawei nella tecnologia dei dispositivi. Naturalmente, speriamo che questo attiri più consumatori a scegliere i nostri prodotti. La classifica che ha menzionato è solo il risultato della scelta del consumatore”.

Cosa sta facendo Huawei invece nello sviluppo della tecnologia 5G in Europa? 

“Huawei è stata una delle prime aziende del settore a investire nel 5G. Abbiamo iniziato nel 2009 e abbiamo investito molto in questo settore. Abbiamo team di ricerca e sviluppo 5G in Canada, in alcuni paesi europei e in Cina e tutti contribuiscono allo sviluppo della tecnologia 5G. Il vantaggio di avere tutti questi team che lavorano insieme è che quando mettono a punto delle soluzioni prendono in considerazione tutte le situazioni possibili di applicazione del 5G. Queste situazioni includono aree urbane densamente popolate, aree rurali scarsamente popolate o aree remote, e altri futuri impieghi nelle industrie come quelle automobilistiche e manifatturiere. Il nostro team di ricerca e sviluppo 5G cerca in ogni Paese scenari applicativi unici a livello locale nonché una tecnologia di base che possa essere utilizzata in tutto il mondo”.

Qual è il ruolo dell’Italia nello scenario che ha disegnato?

“In Italia lavoriamo con operatori telefonici, inclusi Telecom Italia e Vodafone, per sviluppare soluzioni innovative personalizzate per l’Italia, nel corso della nostra collaborazione nella costruzione di connessioni e di gestione. Per quanto riguarda la tecnologia di Ricerca & Sviluppo, il nostro team R&S in Italia contribuisce notevolmente allo sviluppo della tecnologia a microonde di Huawei e guida la ricerca e lo sviluppo generale di Huawei nella tecnologia a microonde”.

Tornando a un macro scenario internazionale, le attuali tensioni sui mercati tra Usa e Cina condizioneranno in qualche maniera lo sviluppo della vostra azienda in Europa? 

“Ci sarà un impatto molto poco significativo sulle vendite Huawei negli USA perché il governo americano ha impedito a Huawei di far parte del mercato statunitense negli ultimi dieci anni. Tuttavia qualsiasi conflitto commerciale tra diverse nazioni influenzerà e danneggerà gravemente le aziende in quei Paesi. Negli ultimi due anni ci sono stati diversi conflitti commerciali internazionali iniziati dagli Stati Uniti, che causano grande incertezza. Credo che le aziende in Europa, Giappone, Canada e Cina si sentano tutte allo stesso modo a proposito di queste dispute commerciali, che le preoccupano sia in termini di investimenti che di operazioni commerciali. Per quanto riguarda l’Europa sono piuttosto ottimista, e non credo che affronteremo mai una situazione analoga. La situazione di Huawei in Europa è completamente diversa da quella degli Stati Uniti. Abbiamo numerosi appalti e numerose partnerships di ricerca e sviluppo. Per essere più precisi, le tecnologie e i prodotti forniti da Huawei non provengono solo dalla Cina, ma molti di questi sono sviluppati anche da società europee. Le tecnologie e i prodotti Huawei sono stati utilizzati e continuano ad essere utilizzati da un gran numero di clienti e consumatori europei negli ultimi 10 o 20 anni. Crediamo quindi che i Paesi europei prenderanno le proprie decisioni in maniera indipendente. Considerate le ventennali attività commerciali di Huawei in Europa, ci potrebbero essere alti e bassi nel mercato europeo. Ma in via generale, il mercato gode di un contesto imprenditoriale molto favorevole, che è sia stabile che prevedibile. Questo attirerà sempre più aziende ad investire in Europa”.  

Abbiamo iniziato parlando dei primi 30 anni di Huawei, concludiamo immaginando i prossimi 30. 

“Credo che la società manterrà il medesimo impeto nei prossimi 30 anni, proprio come abbiamo fatto negli ultimi 30. Quando Huawei era solo una startup, avevamo solo qualche investitore, ma avevamo un grande ideale. Ora abbiamo più di 96.000 dipendenti azionisti che investono nella crescita dell’azienda. Ma l’ideale di Huawei non è mai cambiato, ossia quello di rendere le tecnologie e le connessioni facilmente accessibili e abbordabili a tutti nel mondo. Crediamo di aver fatto un buon lavoro negli ultimi 30 anni. Ma un terzo della popolazione mondiale non ha ancora accesso alla banda larga. Nei prossimi 30 anni, non solo gli individui, ma anche industrie come quella manifatturiera avranno bisogno delle connessioni a banda ultra larga. Andando avanti, continueremo a lavorare per raggiungere questo ideale comune. Ambiamo a portare il beneficio della tecnologia a tutto il mondo e migliorare il modo in cui la gente lavora e vive”. 

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