Niente pesce d’aprile per i robot, non hanno il senso dell’umorismo
TecnologiaPer migliorare l’interazione uomo-macchina, molti ricercatori stanno cercando di insegnare all’Intelligenza Artificiale come fare delle battute
La giornata del primo aprile è notoriamente dedicata agli scherzi. Approfittando della ricorrenza, il sito Techxplore.com ha deciso di fare il punto della situazione sulla capacità dei robot di elaborare delle battute divertenti e, soprattutto, di capirle. Al momento l’Intelligenza Artificiale non è ancora dotata del senso dell’umorismo, ma molti ricercatori stanno lavorando per implementare questa funzione e rendere l’interazione uomo-macchina più efficace. Julia Rayz, studiosa della Purdue Academy, spiega che per ora esistono solamente alcuni computer capaci di comprendere dei semplici giochi di parole, basati sull’assonanza tra i termini. La ricercatrice, coinvolta da oltre 15 anni nelle ricerche sull’umorismo dei robot, chiarisce che gli assistenti digitali, come Alexa e Siri, possono raccontare delle barzellette selezionandole tra quelle presenti in un apposito database, tuttavia non sono in grado di comprenderle.
I robot e l’umorismo
Heather Knight, professoressa di robotica della Oregon State University, sta cercando di insegnare l’arte dell’umorismo a Ginger, il robot attore che negli ultimi anni si è esibito in Europa e negli Stati Uniti. Pur avendo ancora molta strada da fare, l’automa si è dimostrato capace di sorprendere e divertire il pubblico. Per esempio, quando interpretata Shylock, il ricco usurario ebreo presente nell’opera teatrale “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare, al posto di dire “Se ci pungete, non facciamo sangue?”, Ginger modifica la battuta e la trasforma in “Se pungete la mia batteria non sanguino liquido alcalino?”. Il tentativo di Ibm di rendere il sistema di Intelligenza Artificiale Project Debater più simpatico non ha dato dei risultati altrettanto buoni: durante le sperimentazioni l’IA, nata per affrontare dei dibattiti complessi, ha sempre fatto delle battute nei momenti sbagliati o in modo errato. Secondo Noam Slonim, il responsabile scientifico del progetto, ciò è dovuto al fatto che "l'umorismo dipende soprattutto dalle sfumature del linguaggio e per un sistema automatico è molto difficile decifrarle”.