Xi Jinping a Monaco, il primo Paese europeo con 5G interamente Huawei

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Immagine di archivio (Getty Images)

La connettività di ultima generazione arriverà presto nello stato grazie a un accordo siglato tra Monaco Telecom e il colosso di Shenzhen

Dopo essersi lasciato alle spalle l’Italia, il presidente cinese Xi Jinping ha visitato per la prima volta il Principato di Monaco, dove ha pranzato con il principe Alberto II. In questa occasione, oltre ad annunciare l’apertura a Pechino di una filiale della sua Fondazione per la protezione dell’ambiente e lo sviluppo dello sport, il sovrano ha anche confermato la propria presenza ai Giochi olimpici invernali che si svolgeranno nel 2022 nella capitale cinese. Gli accordi raggiunti dai due capi di stato si aggiungono a quello siglato nel settembre 2018 tra Monaco Telecom e il colosso della tecnologia Huawei. Grazie all’azienda di Shenzhen, presto il piccolo stato di 38.000 abitanti diventerà il primo Paese al di fuori della Cina ad avere una copertura 5G assicurata da Huawei.

I rapporti tra Huawei e l’Europa

È probabile che già nel corso del 2019 il Principato di Monaco diventerà il primo stato europeo a ospitare delle infrastrutture 5G. Nonostante le pressioni degli Stati Uniti, dove da mesi il presidente Donald Trump sostiene che i prodotti di Huawei rappresentino un rischio per la cybersicurezza, alcuni Paesi membri dell’Unione Europea, come Francia e Germania, hanno scelto di non tagliare i ponti col colosso di Shenzhen. Situazione diversa in Danimarca, dove l’operatore TDC ha scelto l’azienda Ericsson come partner per lo sviluppo della rete 5G.

Le pressioni degli Stati Uniti sui Paesi europei

Recentemente, un funzionario del Dipartimento di Stato americano ha confermato al sito Reuters che gli Stati Uniti stanno tentando di persuadere gli alleati europei a non affidarsi a Huawei per sviluppare le nuove reti di comunicazione 5G a causa del rischio di spionaggio da parte di Pechino. “Stiamo invitando i nostri alleati alla cautela”, ha chiarito il funzionario, per poi aggiungere che una scelta avventata da parte degli stati d’oltreoceano potrebbe avere delle conseguenze anche sulla cybersicurezza degli Stati Uniti. “Siglare un accordo con un fornitore non fidato come Huawei o ZTE avrà delle ripercussioni sulla sicurezza nazionale non solo dei Paesi europei, ma anche degli Usa”, ha concluso.

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