Il 5G e le tensioni tra Washington e Pechino (con Roma nel mezzo)

Economia

Mariangela Pira

zte

Finanza & Dintorni 

E' il dossier che sta creando maggiori tensioni sull’asse Washington – Roma – Pechino: il 5G. Cerchiamo di conoscere meglio in questo servizio questa infrastruttura e perché fa così discutere. Per tutti.

Il 5G è l’infrastruttura - la rete di trasmissione dati - su cui viaggerà l’internet super veloce con le sue infinite applicazioni che incideranno sul nostro quotidiano: dalla telemedicina alla robotica alla realtà aumentata. Ecco il motivo per cui la tecnologia 5G suscita anche timori sulla sicurezza. Perché su quelle reti transitano anche informazioni sensibili e di intelligence. E perché in un futuro di oggetti iperconnessi (si pensi alle auto a guida autonoma) dalla rete dipende il funzionamento stesso della società.

Ed ecco perché  gli Usa, che temono forme di cyberspionaggio cinese, hanno messo al bando Huawei e Zte, tra le prime società di telecomunicazioni al mondo, per lo sviluppo di queste tecnologie. I due colossi cinesi con Nokia, Ericsson, Cisco si contendono il 75% del mercato globale. Huawei e Zte hanno già avviato attività sullo sviluppo dell'internet veloce in alcuni distretti italiani: Huawei a Bari, Matera e Milano, ZTE a l'Aquila e nel sud del paese.

Vale la pena ricordare che Zte, Wind Tre e Open Fiber collaborano da tempo in Italia nel campo del 5G e hanno già avviato sperimentazioni nella rete di internet veloce. L'anno scorso però in quest'alleanza c'è stato un ulteriore ingresso, con Wind Tre che ha deciso  di affidare lo sviluppo il cuore della rete a Ericsson. Mossa avvenuta dopo che gli Usa hanno messo al bando Zte. Nei confronti delle due cinesi infatti pesano a livello globale sospetti mai sopiti di cyberspionaggio, che ne limitano l'espansione in vari mercati, dagli Usa all’Australia.

Washington ha deciso di bloccare per sette anni la vendita da parte dei fornitori americani a Zte con l’accusa di aver esportato illegalmente tecnologia statunitense verso l'Iran, costringendo i cinesi ad apportare tutta una serie di "aggiustamenti", e al pagamento di una multa da un miliardo di dollari. Di connivenza con Teheran è accusata anche Huawei. Come non citare il caso diplomatico dell'anno, l'arresto della figlia del fondatore della società accusata di aver violato le sanzioni sull'Iran? Sarebbero proprio gli Usa a mettere pressione sui paesi alleati, Italia e Giappone, affinché escludano le società cinesi dalla gara per il 5G.

Anche Germania e Gran Bretagna – stando ad alcune fonti – potrebbero mettere al bando le due società cinesi. Recentemente però l’amministratore delegato di Vodafone si è espresso in modo molto favorevole nei confronti di Huawei sottolineando che senza il gruppo cinese lo sviluppo delle tecnologi 5G subirebbero un grave ritardo.

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