Cambridge Analytica, Facebook rischia multa miliardaria negli Usa

Tecnologia
Facebook (Getty Images)

Secondo il Washington Post sarebbe la più grande sanzione pecuniaria mai inflitta a una società tecnologica. Il social e la FTC stanno negoziando la cifra esatta 

Facebook sta patteggiando con la Federal Trade Commission una multa di diversi miliardi di dollari per lo scandalo Cambridge Analytica, la società, oggi fallita, di consulenza britannica con la quale la piattaforma avrebbe condiviso i dati personali di oltre 87 milioni di utenti iscritti, violando così la loro privacy. Lo rivela il Washington Post, secondo il quale la sanzione pecuniaria in via di definizione sarebbe la più grande mai inflitta dall’agenzia governativa statunitense a una società tecnologica. Mentre le due parti stanno cercando di trovare un accordo sulla cifra esatta, il social network di Mark Zuckerberg ha mostrato le proprie preoccupazioni per la richiesta formulata inizialmente dalla FTC e, se i colloqui non dovessero andare a buon fine, la vicenda potrebbe spostarsi in tribunale.

Violato un accordo del 2011

In attesa di sapere a quanto ammonterà la multa, né Facebook né la FTC hanno voluto rilasciare ulteriori commenti sulla vicenda. L’inchiesta dell’agenzia governativa statunitense si è aperta nel marzo del 2018, subito dopo lo scoppio del caso Cambridge Analytica, e si è concentrata sulla condotta tenuta dall’azienda di Menlo Park, che, stando alle indagini, avrebbe violato l’accordo stretto con la FCT nel 2011 relativo proprio alla tutela e al trattamento delle informazioni riservate degli utenti della piattaforma. Per questo motivo, Facebook si appresta quindi a ricevere una multa record, di gran lunga maggiore alla sanzione di 22,5 milioni di dollari inflitta nel 2012 a Google, la più grande comminata finora dalla FTC.

Facebook sotto accusa negli Usa

Inoltre, come si apprende dal quotidiano, negli Stati Uniti il gigante dei social media è sotto accusa non solo per aver sfruttato senza scrupoli i dati dei suoi utenti per scopi societari, ma anche per aver trascurato altri gravi problemi come la diffusione di fake news, il costante aumento di contenuti incitanti all’odio e le interferenze russe in occasione delle elezioni del 2016.

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