Facebook crolla e Zuckerberg perde oltre 15 miliardi di dollari

Tecnologia
Mark Zuckerberg, fondatore e ceo di Facebook (Getty Images)
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Il gruppo fa registrare fatturato e utenti al di sotto delle attese. A pagare è soprattutto il principale azionista della società, che in poche ore ha subito un duro colpo

Facebook cade. E a pagare è soprattutto Mark Zuckerberg: Il fondatore del social network non è solo il ceo del gruppo ma anche il suo principale azionista. Ecco perché, quando il titolo della società crolla in borsa, il colpo più duro lo accusa proprio l'imprenditore di White Plains. Ecco quanto ha perso.

Il conto di Zuckerberg

I dati della trimestrale non hanno soddisfatto il mercato, che ha reagito vendendo. Negli scambi del dopo-borsa, la flessione è arrivata a sfiorare il 25%. Poi, all'apertura di Wall Street, le perdite sono diventate effettive, con un calo attorno al 19%. Facebook ha quindi perso, nel giro di poche ore, un quinto della propria capitalizzazione. Cioè del proprio peso in borsa, sceso a 629,8 miliardi. Negli ultimi mesi, proprio grazie alle buone performance di Facebook, le tasche di Zuckerberg si erano riempite, fino a renderlo il terzo uomo più ricco del pianeta (davanti a lui solo Jeff Bezos e Bill Gates) Il prezzo dell'ultima trimestrale, però, è stato salato. La notevole flessione del titolo si è tradotta, per Zuckerberg, in una perdita di 15,4 miliardi di dollari. Un tonfo che si riflette nella classifica degli uomini più ricchi del pianeta stilata da Forbes: il fondatore di Facebook è sceso in sesta posizione, superato da Bernard Arnault (a capo di Lvmh), Warren Buffett e Amancio Ortega, il fondatore di Zara.

I dati della trimestrale

Il mercato non ha gradito i dati del secondo trimestre, al di sotto delle attese, né le prospettive di crescita dei prossimi anni. Un rallentamento che dovrebbe colpire tutti i principali indicatori, finanziari e non: utenti iscritti, fatturato, margini e utili. I ricavi di Facebook sono cresciuti del 42% rispetto al secondo trimestre 2017. Ma, nonostante abbiano centrato un nuovo record (13,23 miliardi di dollari), hanno deluso le aspettative degli analisti, che avevano indicato 13,3 miliardi. E soprattutto hanno fatto segnare un passo indietro (del 7%) rispetto al trimestre scorso. È passato in secondo piano l'utile, anch'esso al massimo storico: 5,1 miliardi di dollari. I segnali di rallentamento non sono semplici passaggi a vuoto ma sono elementi strutturali, come ammesso da David Wehner, il responsabile finanziario di Facebook. Il rallentamento del fatturato continuerà anche nella seconda metà del 2018. E nel 2019 le spese aumenteranno più dei ricavi, assottigliando margini e utili: in pratica riducendo quello che resta in tasca degli azionisti.

Il nodo utenti

Hanno deluso anche i dati sugli utenti. Quelli attivi ogni mese sono stati 2,23 miliardi (contro i 2,25 miliardi attesi). Ogni giorno si connettono a Facebook 1,47 miliardi di utenti (1,48 miliardi quelli attesi). In entrambi i casi il progresso è comunque dell'11% sullo scorso anno. Facebook, quindi, avanza ma lo fa a un ritmo più basso degli anni scorsi. La crescita dei frequentatori quotidiani del social è stata dell'1,44% rispetto al trimestre precedente, il tasso più basso di sempre. Aumenta la platea in India e Filippine, regge quella in Nord America. Ma, complice il nuovo regolamento sulla privacy (Gdpr), sono diminuiti gli utenti attivi europei.

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