Il “Summit”, costruito in Tennessee, effettua calcoli matematici che un essere umano potrebbe compiere in 6,3 miliardi di anni. Macchine di questo tipo accelerano lo sviluppo di campi come il nucleare, l’intelligenza artificiale, la medicina e l’energia
Dopo cinque anni di supremazia cinese, il supercomputer più veloce del mondo è di nuovo negli Stati Uniti. Lo riporta il New York Times, che spiega come “Summit”, costruito nel Oak Ridge National Laboratory in Tennessee, sia in grado di effettuare calcoli matematici che un essere umano impiegherebbe 6,3 miliardi di anni a compiere. Ma è un primato che potrebbe durare poco, visto che la corsa al supercomputer non si ferma e la la Cina, insieme con il Giappone e l'Europa, sta sviluppando macchine ancora più veloci.
I numeri del “Summit”
Il supercomputer del Tennessee ha un valore che si aggira intorno ai 200 milioni di dollari. Per funzionare ha bisogno di 4mila galloni al minuto di acqua (circa 15mila litri) e consuma una quantità di elettricità pari a quella necessaria a illuminare 8.100 case americane. Funziona grazie a 9.126 chip della IBM e 27.648 processori grafici della Nvidia, collegati da 185 miglia di cavo di fibra ottica (circa 297 chilometri).
A cosa serve un supercomputer
Grazie alla loro capacità di gestire un numero enorme di dati, i supercomputer possono accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie in tutti i campi, compreso quello dell'intelligenza artificiale, ma anche simulare test nucleari, predire i trend climatici, scovare giacimenti di petrolio e violare codici criptati. Tuttavia, gli sviluppi si estendono anche al campo della medicina, della produzione di nuovi materiali e dell'energia. E su questo si costruisce la rivalità tra Cina e Usa, con implicazioni di non poco conto anche sul fronte della sicurezza nazionale. E con Washington che per anni ha accusato Pechino di rubare alle aziende tecnologiche americane diritti di proprietà intellettuale.
La classifica dei supercomputer
La lista dei Top 500 supercomputer del mondo viene compilata da oltre vent’anni da un piccolo team di scienziati informatici guidato da Jack Dongarra, studioso della University of Tennessee. Il “Summit” lavora a 200 petaflop, unità di misura che indica il numero di operazioni in virgola mobile (termine che identifica il metodo di rappresentazione approssimata dei numeri reali e di elaborazione dei dati usati dai processori) eseguite in un secondo dalla CPU, ed è oltre due volte più veloce del supercomputer che dominava la classifica a novembre e che si trova nel National Supercomputing Center di Wuxi, in Cina. Peta è un prefisso che significa 10^15, quindi un computer da un petaflop al secondo può effettuare un milione di miliardi di istruzioni/calcoli al secondo.