La Sierra Leone è andata al voto testando la blockchain

Tecnologia
Un'immagine della campagna elettorale in Sierra Leone (getty Images)
GettyImages-Sierra_Leone

Una società svizzera ha compiuto una sperimentazione nella capitale Freetown, riversando parte dei voti sulla piattaforma blockchain: un registro aperto, decentralizzato e a prova di attacco informatico  

La Sierra Leone è il primo Paese ad aver registrato parte delle votazioni elettorali su una piattaforma che utilizza il sistema blockchain: è accaduto in occasione delle elezioni del 7 marzo. Il sistema è stato elaborato da Leonardo Gammar della società svizzera Agora. La blockchain, in breve, si può considerare come un registro decentralizzato e pubblico: le informazioni non fanno capo a uno o più server centrali, che possono essere violati con conseguenze su tutta la rete, bensì si trovano collegate “a catena” con sistemi crittografici. La sicurezza informatica deriva dal fatto che le informazioni non possono essere modificate unilateralmente. Nata con il Bitcoin, il principio di fondo della blockchain si presta a vari utilizzi che chiamano in causa la necessità di aggiornare banche dati condivise in modo sicuro.  

Come funziona

Se si parla di elezioni, altre tecnologie di tipo digitale si erano rivelate vulnerabili ad attacchi hacker, i quali potrebbero alterare processi delicati come le elezioni. Il registro blockchain messo a punto da Agora permette di inserire i voti su una piattaforma, in modo irrevocabile come tipico a questo sistema, e consente di controllare in tempo reale il conteggio. Secondo i promotori dell'iniziativa questo metodo può ridurre i costi elettorali e limitare le possibilità di brogli. Il test è stato condotto nel distretto elettorale della capitale Freetown, tramite la trascrizione dei voti espressi su carta nel registro telematico blockchain, un'operazione svolta da alcuni tenici di Agora tutelando l'anonimato dei votanti.

 

Il commento

Il test effettuato in Sierra Leone, basato su un campione ampio di voti, potrebbe aprire la porta a ulteriori sviluppi della blockchain in ambito elettorale. "Siamo l'unica azienda al mondo che ha costruito una piattaforma di voto blockchain completamente funzionale”, ha spiegato a Tech Crunch il creatore del registro, “altre macchine per il voto elettronico sono 'block boxes' che si sono sempre più rivelate vulnerabili agli attacchi di sicurezza. Per questo motivo, molti stati americani e nazioni straniere sono tornati sulla carta". Gammar ha anche azzardato una previsione: "se si crede che la maggior parte dei paesi utilizzerà una qualche forma di voto digitale tra 50 anni, la blockchain è l'unica tecnologia che può fornire una soluzione di voto end-to-end verificabile e completamente trasparente per questo futuro".

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