Crescono in molti Paesi le segnalazioni di bufale diffuse deliberatamente attraverso le chat della app di messaggistica più usata al mondo. Ma, a differenza di quanto accade sui social, individuarne il flusso è molto difficile. L'APPROFONDIMENTO
Su Angela Merkel e su Laura Boldrini, sulle elezioni in Kenya e sul referendum in Catalogna, in India e in Germania: ogni giorno sono moltissime le fake news che circolano in Rete. Su social network come Facebook e Twitter (che ora stanno provando a correre ai ripari), ma anche attraverso la app più popolare al mondo, utilizzata quotidianamente da oltre un miliardo di utenti.
Da Whatsapp a Telegram, quali sono le app di messaggistica più popolari al mondo
La crittografia end-to-end
L'allerta per la diffusione delle fake news su WhatsApp è ormai alta, anche in Italia. Ma al momento, come spiega nell'approfondimento di SkyTG24 il ricercatore in Cybersecurity Federico Maggi, non c'è alcun modo per poter monitorare questo flusso. Per garantire maggiore privacy ai propri iscritti, WhatsApp utilizza infatti la crittografia end-to-end, che blocca la possibilità di accesso ai dati in transito a tutti, fuorché ai diretti interessati. Persino la stessa app è all’oscuro di quanto si comunica all’interno.
I tentativi di WhatsApp
Per arginare la diffusione di bufale, WhatsApp sta provando a correre ai ripari: secondo alcune indiscrezioni, starebbe lavorando a un’allerta anti-spam che comparirà quando si riceve un messaggio inoltrato decine di volte. Una funzione però che, anche se venisse attuata, non garantirebbe ovviamente il controllo delle fake news perché - visto che la app non può conoscere il contenuto dei messaggi - scatterà sempre, a prescindere se si tratti di notizie vere o false.
Per i meno informati e più incauti il pericolo, così, resterà elevato: anche perché più di 1 italiano su 2 (dati Censis - Repubblica) ha ammesso di aver creduto almeno una volta a notizie false lette online.