Samsung produrrà un chip per le criptovalute

Tecnologia
I chip serviranno per il "mining" delle monete digitali (Getty Images)

Il gruppo coreano prevede un aumento della domanda di componenti dedicati all'estrazione di monete virtuali. Per questo motivo ha avviato la progettazione e lo sviluppo di pezzi ad hoc

Samsung punta sulle criptovalute. No, non investirà in bitcoin: produrrà chip “su misura” per le monete virtuali. Lo ha annunciato un portavoce della società: Samsung non ha rivelato dettagli, ma ha confermato l'impegno nello sviluppo di processori pensati esclusivamente per l'estrazione di nuove criptovalute. Secondo la stampa coreana, ci sarebbero anche degli accordi già sottoscritti con alcune società cinesi.

A cosa servono i chip per criptovalute

Ma che cosa c'entra Samsung con i bitcoin e i suoi fratelli? Per “minare” (il termine originario è “mining”) nuove monete (cioè crearle e metterle in circolazione) serve risolvere operazioni complesse. È un po' come cercare la lunga combinazione di una cassaforte in pochissimo tempo (più o meno in 10 minuti). Se all'inizio la complessità richiesta consentiva di fare “mining” con il pc di casa, oggi è necessaria una potenza di calcolo enorme e quindi servono chip all'altezza. Ecco allora qual è il ruolo di Samsung. Il passo annunciato dal gruppo significa il passaggio da chip “generalisti” ad altri, detti Asic. Cioè pensati per uno scopo preciso; in questo caso, per l'estrazione di criptovalute.

Le prospettive di Samsung

Samsung non ha rivelato quanto pesi attualemnte la domanda di chip per monete virtuali. Le vendite sono diluite in una voce ben più ampia, quella dei “semiconduttori”. Si può però intuire dalle parole del gruppo che si tratta di un settore in grande espansione, tale da giustificare una produzione ad hoc: “Nel medio-lungo termine – afferma Samsung – ci aspettiamo che le componenti incontrino un'espansione della domanda proveniente da nuove applicazioni”. Tradotto: la richiesta proveniente dalle società che fanno "mining" continuerà a crescere nonostante le incertezze registrate da bitcoin e compagnia nelle ultime settimane. Il settore aveva già spinto i conti di un altro produttore di chip: il 19 gennaio, Tsmc ha diffuso i dati del quarto trimestre 2017. La crescita è stata del 10,1% rispetto al periodo precedente grazie a “nuovi prodotti mobile lanciati e alla crescente domanda di processori per il mining di criptovalute”.

Sorpasso su Intel dopo 25 anni

Samsung, intanto, è diventato il più grande produttore di chip al mondo, superando Intel dopo una corsa durata 25 anni. La divisione chipset del colosso tecnologico coreano ha chiuso infatti il 2017 con un fatturato di 69 miliardi di dollari, contro i 62,8 di Intel. La società guidata da Brian Krzanich, che pure ha registrato una crescita record del 6% lo scorso anno, deteneva il primato dal 1992. Le criptovalute possono aver contribuito, anche se per trovare il motivo del sorpasso bisogna guardare altrove: i chip Intel sono presenti nel 90% dei computer del mondo, ma non sono riusciti a imporsi nel mercato mobile. E visto che la vendita degli smartphone cresce di più rispetto a quella dei computer, ecco spiegato l'avvicendamento.

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