Twitter deve risparmiare: taglia 300 posti di lavoro e chiude Vine

Tecnologia
Twitter dice addio a Vine (Getty Images)
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Cala il sipario sul social delle clip video: troppa concorrenza. In più, sforbiciata al 9% dei dipendenti. Senza un acquirente, la società ha fretta di arrivare all'utile

Vine chiude. Ed è l'ennesimo segno di debolezza di Twitter, la società che controlla la piattaforma per la condivisione di mini-clip video. Una mossa che non ha altra spiegazione se non quella della riduzione dei costi. L'annuncio è arrivato infatti in contemporanea con la conferma del taglio del 9% della forza lavoro: 300 dipendenti su un totale di 3860. Vine verrà spento “nei prossimi mesi”. Giusto il tempo necessario per consentire agli utenti di scaricare le proprie clip, in modo che non vadano perse. Per il resto, poco da aggiungere, se non che “seguiranno avvisi in caso di cambiamenti”.

 

Perché spegnere Vine - Twitter ha acquisito Vine nell'ottobre del 2012 per 30 milioni di dollari. Appena quattro anni dopo, quell'investimento si è rivelato infruttuoso. Se inizialmente la piattaforma sembrava riuscire a intercettare la crescente domanda di video, il servizio ha subito poi la concorrenza di Snapchat, Facebook e Instagram. Secondo un report di Markely dello scorso luglio, in sette mesi Vine ha perso la metà dei suoi “top user”, cioè degli utenti con oltre 15mila follower. Una tendenza già individuata dal "Wall Street Journal" a maggio. Il giornale americano aveva già compreso come le star del social, spinte dalle agenzie pubblicitarie, stessero migrando verso prodotti più remunerativi e amati dai più giovani. L'addio a Vine non significa però che Twitter abbandoni i contenuti video (i più appetiti agli inserzionisti): dalla sua ha ancora Periscope, anche se non è ancora chiaro il suo modello di business.

 

Alla ricerca di profitti – I posti di lavoro e la chiusura di Vine fanno parte di un nuova strategia, cui è stata data un'accelerazione nelle ultime settimane. Dopo le voci di vendita e l'asta andata deserta (con il ceo Jack Dorsey prima sedotto e poi abbandonato da Disney, Google e Salesforce), a Twitter resta solo un obiettivo, da raggiungere in fretta: produrre utili, impresa non ancora riuscita. Un traguardo che passa dalla riduzione dei costi e dall'aumento del fatturato pubblicitario. Le note liete arrivano da quest'ultima voce: la trimestrale appena diffusa ha battuto le attese degli analisti. Gli incassi sono arrivati a 616 milioni di dollari, in aumento del 20% rispetto al trimestre precedente e del 58% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le previsioni di Wall Street si erano fermate a 605 milioni. Positivo anche l'andamento degli utenti attivi ogni mese, in crescita del 3%: sono 317 milioni (anche in questo caso oltre le attese). Il ritmo di Snapchat e Instagram è lontano, ma c'è stato comunque un passo avanti non scontato. I dati consentono alla società di guardare al 2017 come l'anno in cui si potrebbe cancellare il rosso di bilancio.

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