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Olimpiadi invernali Pechino 2022, dalle date ai convocati: tutto quello che c’è da sapere

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©Ansa

La capitale cinese ospita l’evento dal 4 al 20 febbraio. Previste misure molto rigide per evitare contagi da Covid-19: le gare si terranno senza pubblico. Atleti, accompagnatori, media e personale dell'organizzazione vivranno isolati in una bolla. L’Italia partecipa con una squadra di 118 atleti

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Dal 4 al 20 febbraio 2022 Pechino ospita i XXIV Giochi Olimpici invernali. La capitale cinese, a seguire, sarà anche la sede delle Paralimpiadi invernali. Pechino entra nella storia perché diventa la prima città ad aver organizzato sia le Olimpiadi estive che quelle invernali. Dal calendario alle restrizioni per la pandemia di Covid-19, fino ai convocati dell’Italia: ecco tutto quello che c’è da sapere su Beijing 2022.

Le date e le discipline

I Giochi olimpici invernali di Pechino 2022 iniziano il 4 febbraio 2022, mentre la chiusura è prevista il 20 febbraio. Le prime gare però (nella disciplina del curling) partiranno già il 2 febbraio, due giorni prima della cerimonia d’apertura. Gli eventi con medaglia sono 109: rispetto ai precedenti Giochi di Pyeongchang sono stati inseriti dal CIO il monobob femminile, il big air nel freestyle (femminile e maschile), eventi misti nel freestyle, nel salto con gli sci, nello snowboard e nello short track. Le gare si svolgeranno non solo a Pechino ma anche nella contea di Yanqing e nella città di Zhangjiakou. Le nazioni partecipanti sono 91, comprese Arabia Saudita e Haiti (alla loro prima volta assoluta). Ci saranno anche gli atleti russi ma dopo lo scandalo doping gareggeranno (come avvenuto a Tokyo per le Olimpiadi della scorsa estate) con la dicitura “ROC”. Gli atleti presenti saranno circa 3.000.

Il logo, la mascotte e i lavori

Il logo è stato rivelato nel 2017. Disegnato da Lin Cunzhen, rappresenta una combinazione di elementi tradizionali e moderni della cultura cinese. La mascotte è un panda, chiamato Bing Dwen Dwen, che simboleggia la resistenza e la forza di volontà degli atleti. È rivestito da un guscio di ghiaccio e il palmo della mano sinistra a forma di cuore simboleggia l'ospitalità della Cina. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato che tutti preparativi sono stati completati dopo oltre sei anni di lavori: "Manterremo la nostra promessa e presenteremo al mondo Giochi olimpici semplici, sicuri ed emozionanti”.

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Oltre 340 milioni di cinesi coinvolti

L'impegno della Cina di coinvolgere 300 milioni di persone negli sport invernali è diventato una realtà, secondo un sondaggio. Più di 346 milioni di cinesi hanno partecipato ad attività legate agli sport invernali da quando Pechino si è candidata con successo alle Olimpiadi Invernali del 2022 nel 2015, secondo le statistiche pubblicate dal National Bureau of Statistics cinese. Gli sport invernali sembrano essere più popolari tra i giovani, dato che 82 milioni di praticanti hanno un'età compresa tra i 18 e i 30 anni, pari al 37,27% della popolazione totale. Dei 346 milioni di persone, 143 milioni vivono nella Cina orientale, 51 milioni nel nord-est, 84 milioni nell'ovest e 68 milioni nella parte centrale del Paese. Grazie a Pechino 2022, gli sport invernali hanno preso piede anche in aree come la provincia meridionale del Guangdong, così come nelle regioni autonome occidentali dello Xinjiang e del Tibet. Il sondaggio ha rilevato che il 93% dei 346 milioni di persone ha praticato sport invernali di sua iniziativa, e oltre l'86% l'ha fatto per divertimento o per fare esercizio fisico. Quasi il 40% ha praticato sport invernali almeno una volta all'anno, mentre circa l'11% li ha praticati più di tre volte ogni anno. Secondo i dati diffusi dal ministero della Cultura e del Turismo, l'anno scorso i cinesi hanno fatto 254 milioni di viaggi legati agli sport invernali. Si prevede che i prossimi Giochi Invernali daranno un'ulteriore spinta al turismo connesso agli sport invernali, con una stima di 305 milioni di viaggi da parte del popolo cinese durante l'attuale stagione.

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La situazione della pandemia

Pechino 2022 è il primo evento sportivo globale globale che si terrà nelle date programmate, da quando è scoppiata la pandemia del Covid-19. La Cina ha scelto la strada della “tolleranza zero” contro il coronavirus. Si è deciso di chiudere gli stadi: i Giochi si terranno senza pubblico, ha annunciato il Comitato organizzatore, rinunciando anche al precedente piano che prevedeva la vendita dei biglietti, fino alla metà della capienza, esclusivamente ai residenti in Cina. Solo gli invitati potranno dunque seguire le gare e le prove degli atleti. La capitale ha costruito recinzioni e barriere di isolamento per creare il sistema delle bolle in cui atleti, accompagnatori, media e personale dell'organizzazione vivranno isolati per la durata di Olimpiadi e Paralimpiadi.

Come funziona la bolla

Il 'circuito chiuso', come lo chiamano gli organizzatori, copre diversi siti collegati tra loro da mezzi di trasporto impermeabili: si tratta delle sedi e dei villaggi olimpici, ma anche i 72 hotel dove scenderanno i partecipanti, i centri stampa e parte dell'aeroporto di Pechino. Per chi si sposta, nella capitale e altrove, non c'è alcuna possibilità di uscire a fare una passeggiata per le strade. Le sedi dei Giochi sono circondate da barriere poste a distanza di sicurezza e gli ingressi strettamente sorvegliati. I circa tremila atleti e gli altri partecipanti stranieri non possono uscire, ma la stessa regola vale per gli atleti e lo staff cinesi che li devono avvicinare, dagli autisti ai cuochi agli addetti alle pulizie. Molti di loro sono già entrati nella bolla, essendo stato ordinato di non lasciare Pechino per almeno due settimane, al fine di ridurre il rischio di contaminazione. Al termine della loro missione, questi dipendenti locali, accompagnati da 20.000 volontari, dovranno effettuare una quarantena prima di tornare alla vita normale. Alcuni dovranno aspettare fino alla fine dei Giochi Paralimpici il 13 marzo. I partecipanti stranieri potranno tornare nei rispettivi Paesi ma senza visitare la Cina. Tutto ciò che potranno vedere sarà mentre viaggiano tra i tre principali siti di gara, che distano quasi 200 km l'uno dall'altro. A tale scopo sono state allestite 4.000 navette riservate e vagoni separati nei treni. In caso di incidenti, la polizia di Pechino ha già avvertito la popolazione di non tentare di soccorrere i passeggeri di un veicolo olimpico ma di attendere l'arrivo dei dipendenti opportunamente attrezzati. Solo i viaggiatori vaccinati sono ammessi ai Giochi senza quarantena e gli organizzatori incoraggiano i partecipanti a ricevere una dose di richiamo. Le persone non vaccinate possono partecipare ma dopo aver osservato una quarantena di 21 giorni all'arrivo in Cina. Pochissimi atleti hanno scelto questa strada. Vaccinati o meno, tutti i partecipanti saranno sottoposti a screening giornalmente. Prima di salire sull'aereo, i viaggiatori devono superare diversi test Covid nei laboratori approvati dall'ambasciata cinese nel loro Paese di partenza. Viaggiano su aerei riservati ai passeggeri diretti ai Giochi Olimpici.

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I convocati dell’Italia

Una squadra di 118 atleti rappresenterà l'Italia ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, con l'obiettivo di migliorare i risultati di PyeongChang 2018, quando i 112 azzurri portarono a casa dieci medaglie, di cui tre d'oro. Il Coni ha pubblicato la lista ufficiale che da Michela Moioli ad Arianna Fontana, da Federico Pellegrino a Dorothea Wierer, fino alla sfortunata Sofia Goggia, vede arruolati tutti i campioni su cui l'Italia farà affidamento. La spedizione in termini strettamente numerici rispecchia quasi in toto quella di quattro anni fa anche nel rapporto tra uomini e donne, le quali questa volta sono 46, pari al 39% del totale, rispetto alle 49 di allora. È da loro che ci si aspetta un grande apporto di medaglie per superare la decina della Corea. Il sogno è avvicinare le 20 conquistate a Lillehammer nel 1994. Tra Fisi e Fisg è la prima federazione ad assicurare il maggior apporto di atleti, con 86 (51 uomini, 35 donne) contro 32 (21 uomini, 11 donne). Il gruppo più numeroso è quello dello snowboard, con 17 componenti, tra i quali sei donne, seguito dallo sci alpino (16, 7 e 9), dal fondo (12, 6 e 6) e dallo short track e biathlon (10 ciascuno, entrambi con 5 uomini e altrettante donne). La disciplina meno rappresentata è quella dello skeleton, con tre atleti (2 e 1), ma l'unica azzurra, Valentina Margaglio, è tra le possibile aspiranti ad una medaglia. Dal 4 al 20 febbraio, i 118 azzurri si divideranno tra le tre sedi di gara: Pechino, che ospita le discipline del ghiaccio; Yanging, per le gare di sci, bob, slittino e skeleton; Zhangjiakou, per fondo, biathlon, salto e combinata nordica. Sabato 5 febbraio saranno in palio i primi sei titoli.

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Il cambio della portabandiera

La portabandiera italiana designata era Sofia Goggia, ma la campionessa azzurra si è infortunata a pochi giorni dalle Olimpiadi a Cortina. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha quindi deciso che l’onore di sfilare con il tricolore nella cerimonia di apertura spetterà a Michela Moioli, olimpionica dello snowboard. Il Coni si riserva di nominare nelle prossime settimane un portabandiera per la cerimonia di chiusura, prevista il 20 febbraio. Intanto la Goggia lavora contro il tempo per essere in pista. “Voglio esserci a Pechino per difendere il titolo olimpico che più amo”, ovvero la discesa libera del 15 febbraio. Il gigante del 7 e il SuperG dell'11 sono fuorigioco. Si punta tutto sulla disciplina più veloce, quella che le ha dato l'oro olimpico quattro anni fa in Corea. 

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