
Il “Vecio”, cosi era soprannominato, fu l’allenatore degli azzurri campioni del mondo a Madrid. Era stato proprio lui, contro il volere popolare, a puntare su Paolo Rossi in quella Coppa del Mondo. Il tecnico friulano, scomparso a Milano il 21 dicembre del 2010, detiene tutt’oggi il record di panchine con la nazionale italiana

Il 21 dicembre 2010, dieci anni fa, moriva a Milano Enzo Bearzot, storico Ct della nazionale italiana campione del mondo nel 1982
Addio mister, è morto Enzo Bearzot
Soprannominato il “Vecio”, Enzo Bearzot è tutt’oggi una delle figure più iconiche del calcio italiano: con la sua inseparabile pipa, è stato tra i Ct più amati di sempre
Addio Paolo Rossi. L'Italia piange Pablito, eroe del Mondiale '82
Nato ad Aiello del Friuli il 26 settembre del 1927, Enzo Bearzot inizia la sua carriera come calciatore vestendo le maglie della Pro Gorizia, Inter, Catania e soprattutto del Torino
Da Zoff a Cabrini: il cordoglio per Paolo Rossi
Da calciatore ottiene anche una presenza in Nazionale contro l'Ungheria, dove marca il celebre Ferenc Puskas
La fotostoria di Paolo Rossi
Smette di giocare in maglia granata nel 1964, dedicandosi così ad allenare le giovanili del club e cominciando una carriera che si rivelerà storica

Prima di diventare Ct della Nazionale, Bearzot allena il Prato in Serie C nella stagione 1968-69

L’anno dopo entra in Federazione: all'inizio allenatore delle giovanili, viene presto promosso ad assistente di Ferruccio Valcareggi nella Nazionale maggiore, per poi diventare vice del nuovo Ct Fulvio Bernardini

Nel 1975, dopo i Mondiali di Germania Ovest del 1974, Enzo Bearzot viene nominato commissario tecnico condividendo però la panchina con Bernardini fino al 1977

La prima grande competizione di Bearzot come Ct unico della Nazionale è quella dei Mondiali in Argentina del 1978

Con la sua guida, gli azzurri raggiungono le semifinali arrivando al quarto posto nella competizione

Lo stesso risultato, semifinali e quarto posto, arriva due anni dopo agli Europei del 1980 giocati in Italia

La figura di Enzo Bearzot nell’immaginario comune è comunque legata ai Mondiali di calcio del 1982 giocati in Spagna

Dopo le aspre critiche per i risultati del primo girone e le polemiche per la convocazione di Paolo Rossi, reduce da due anni di squalifica per il calcioscommesse, al posto di Roberto Pruzzo (capocannoniere della Serie A in quella stagione), Bearzot impone il primo storico silenzio stampa nel calcio italiano

Nella seconda fase del Mondiale, l’Italia appare trasformata e trascinata proprio da Paolo Rossi: batte Argentina, Brasile e Polonia conquistando una storica finale contro la Germania

Finale che gli azzurri vincono per 3-1, conquistando così la Coppa del Mondo: Bearzot diventa il secondo Ct italiano a trionfare in un Mondiale dopo Vittorio Pozzo

Diventa storica l’immagine della partita a carte in aereo, di ritorno da Madrid con la Coppa del mondo, con Bearzot, Causio, Zoff e il presidente della Repubblica Sandro Pertini

Dopo la mancata qualificazione all’Europeo del 1984 e un non brillantissimo Mondiale in Messico nel 1986, Bearzot decide di dimettersi nonostante un contratto fino al 1990

Il tecnico friulano decide però di non legarsi a nessun’altra nazionale né di allenare un club. Bearzot resta tutt’oggi l’allenatore con più panchine azzurre: sono 104, dal 27 settembre 1975 al 18 giugno 1986

“Primo: non prenderle! Secondo: è imperativo, vincere. Terzo: non c'è un terzo punto perché i primi due han già detto tutto”, resta una delle sue frasi storiche pronunciata prima della partita contro il Brasile nel 1982 vinta grazie alla tripletta di Paolo Rossi

Proprio i calciatori campioni del mondo accompagnarono il feretro di Enzo Bearzot durante i funerali che si sono svolti il 23 dicembre del 2010, due giorni dopo la morte. In suo onore, dal 2011 è stato istituito il "Premio Nazionale Enzo Bearzot", per il miglior allenatore italiano dell'anno