Due atleti paralimpici, Omar Bortolacelli ed Emanuele Lambertini, e Alice Leccioli, attivista che insieme al suo esoscheletro cerca di sensibilizzare le persone su tematiche come la disabilità, il rispetto e il trattamento equo verso tutti
Un pomeriggio dedicato ai bambini tra divertimento, laboratori, sport e il racconto di tre ospiti d'eccezione: Alice Leccioli, Omar Bortolacelli ed Emanuele Lambertini.
L'evento si è tenuto il 15 ottobre al Macron Campus, in collaborazione con l'associazione Bimbo Tu, attiva dal 2007 nel supporto ai piccoli pazienti e alle loro famiglie durante i percorsi ospedalieri. L'iniziativa ha visto la partecipazione anche di PMG Italia - Io Sto con Bologna For Community e Iron Walk.
La giornata
I piccoli partecipanti, accompagnati dai volontari di PMG Italia, hanno esplorato il Macron Campus e preso parte a un laboratorio nella sala merchandising dove hanno potuto progettato la loro maglia ideale, disegnando anche una livrea speciale per il pulmino di Bologna For Community. La giornata si è conclusa poi nella "Sala dei Sogni", dove sono esposte le divise dei principali club sportivi.
Durante l'evento, Carlo Pelloni, CFO di Macron, ha sottolineato l'importanza dell'inclusione sportiva, mentre la direttrice generale di Bimbo Tu, Cora Querzé, ha ricordato l'impegno costante dell’associazione e il prezioso sostegno ricevuto da aziende come Macron.
La giornata ha visto anche le testimonianze di Emanuele Lambertini, schermidore paralimpico, Alice Leccioli, attivista che utilizza un esoscheletro che ha chiamato Felicità, e Omar Bortolacelli, atleta con disabilità motoria.
Le testimonianze
Forti i racconti dei tre ospiti, che hanno cercato di sensibilizzare i bambini all'ascolto.
"Ho trasformato la mia paura in forza quando, per la prima volta a 17 anni, mi sono messa in piedi con l’esoscheletro, che mi ha permesso di scoprire la versione migliore di me stessa" ha spiegato Leccioli. Nelle difficoltà come le loro, ha continuato Omar Bortolacelli, "gli amici sono andati via. Mi hanno dato una grande forza tutti coloro che mi hanno trattato da persona, non da disabile, perché siamo comunque persone e dobbiamo essere trattati come tali, anche se abbiamo una postura diversa o un arto in meno. Quando hai intorno persone belle interiormente che ti trattano da persona diventa tutto più facile".
"Ho una gamba bionica, ho avuto una malattia rara da quando sono nato, non potevo camminare o fare quasi niente di quello che facevano i miei coetanei - ha raccontato invece Lambertini -. A 8 anni è arrivata l’amputazione e naturalmente avevo paura. Non sapevo cosa mi sarebbe spettato dopo. Lì ho preso la prima grande decisione della mia vita a 8 anni, perché è normale che la paura ci sia, ma si contrasta con il coraggio. Il coraggio non è la mancanza della paura, perchè quella c’è, una persona è davvero coraggiosa quando convive con la paura. Io a 8 anni sono rinato con una nuova vita".