Fifa, Diarra un nuovo caso Bosman? La decisione della Corte Ue sul calciomercato
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''Contrarie al diritto dell'Unione europea" tanto che "potrebbero ostacolare la libera circolazione" dei calciatori. Questo quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell'Ue, in riferimento alle norme della Fifa sui trasferimenti dei giocatori tra club, che ha valutato il ricorso del calciatore francese Lassana Diarra dopo il divieto di passare allo Charleroi dopo l'interruzione del suo contratto con la Lokomotiv Mosca. La sentenza della Corte Ue, adesso, potenzialmente potrebbe anche rivoluzionare le regole del calcio mercato.
"Una vittoria totale". Così Jean Louis Dupont, avvocato belga già protagonista della sentenza Bosman e ora legale di Lassana Diarra, ha commentato la sentenza della Corte di giustizia europea che ha dato ragione al suo assistito. "In un certo senso - aveva detto il legale ancora prima della sentenza - si tratta di un caso Bosman 2.0", capace di "porre fine" all'attuale sistema di trasferimenti
Quello che devi sapere
La decisione della Corte di giustizia Ue
Le norme della Fifa sui trasferimenti dei calciatori tra club sono ''contrarie al diritto dell'Unione europea e potrebbero ostacolare la libera circolazione". Questo quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell'Ue, che ha valutato il ricorso del calciatore francese Lassana Diarra in riferimento al divieto di trasferimento allo Charleroi dopo l'interruzione del contratto con la Lokomotiv Mosca. La sentenza della Corte Ue, adesso, potenzialmente potrebbe anche rivoluzionare le regole del calcio mercato
La rescissione del contratto senza "giusta causa"
Nel caso Diarra, in particolare, l’oggetto della sentenza erano le norme Fifa che regolano proprio quei casi in cui un club ritenga che uno dei propri giocatori abbia rescisso il contratto senza una "giusta causa" prima del termine naturale del contratto. In tal caso, il giocatore e un qualsiasi club che intenda ingaggiarlo sono tenuti ad un indennizzo dovuto al club che in precedenza deteneva il cartellino del giocatore. Inoltre, la nuova società può essere soggetta, in determinate situazioni, ad una sanzione sportiva che consiste nel divieto di tesserare nuovi giocatori per un determinato periodo
Norme che "ostacolano la libera circolazione dei calciatori"
Infine, l'associazione nazionale a cui appartiene l'ex club del giocatore deve rifiutare di rilasciare un certificato di trasferimento internazionale all'associazione in cui è iscritta la nuova società, finché è in corso una controversia tra l'ex club e il giocatore in merito alla risoluzione del contratto. "Tali norme ostacolano la libera circolazione dei calciatori professionisti che desiderino sviluppare la loro attività andando a lavorare per un nuovo club, stabilito nel territorio di un altro Stato Ue", ha fatto rilevare sul merito la Corte Ue. Secondo il tribunale europeo, infatti, le norme Fifa violano la legislazione comunitaria sulla concorrenza e la libertà di movimento
L'impedimento della "concorrenza transfrontaliera"
"In primo luogo, le norme in questione sono tali da ostacolare la libera circolazione dei calciatori professionisti che intendono sviluppare la loro attività andando a lavorare per un nuovo club, stabilito nel territorio di un altro Stato membro Ue", ha sottolineato ancora la Corte. In secondo luogo, per quanto riguarda il diritto della concorrenza, la Corte ritiene che "le norme in questione abbiano comportino la restrizione, se non addirittura l'impedimento, della concorrenza transfrontaliera che potrebbe essere esercitata da tutti i club stabiliti nell'Unione europea"
La reazione della Fifa
Secondo la Fifa la sentenza della Corte di giustizia europea sul caso Diarra "mette in discussione solo due paragrafi" delle norme internazionali sui trasferimenti. Ora, ha detto la federazione internazionale che governa il calcio "analizzerà la decisione" prima di ulteriori commenti. "La Fifa ha preso atto della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea in relazione al caso del giocatore Lassana Diarra", e si dichiara "soddisfatta che la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti sia stata riconfermata dalla sentenza odierna"
L'avvocato di Diarra: "Vittoria totale, un caso Bosman 2.0"
"Una vittoria totale". Così Jean Louis Dupont, avvocato belga già protagonista della sentenza Bosman e ora legale di Lassana Diarra, ha commentato la sentenza della Corte di giustizia europea che ha dato ragione al suo assistito dichiarando "contrarie al diritto comunitario" le norme Fifa sulla rescissione dei contratti. "In un certo senso - aveva detto il legale ancora prima della sentenza - si tratta di un caso Bosman 2.0", capace di "porre fine" all'attuale sistema di trasferimenti
Il caso Bosman nel 1995
La sentenza Bosman fu un provvedimento giurisdizionale adottato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nel 1995 per regolamentare il trasferimento dei calciatori professionisti tra le squadre di calcio appartenenti alle federazioni dell'Unione Europe. Nel 1990 il calciatore belga Jean-Marc Bosman giocava nel RFC Liegi con un contratto in scadenza quell'anno. Prese accordi per trasferirsi alla squadra francese del Dunkerque, ma a questa il RFC Liegi chiese un indennizzo, secondo le regole allora in vigore nel calciomercato europeo
Il trasferimento gratuito
Il Dunkerque rinunciò a mettere sotto contratto Bosman, che rimase al RFC Liegi ma fuori rosa e con uno stipendio ridotto del 60%. A quel punto, Bosman si rivolse alla Corte di giustizia dell'Unione europea, sostenendo che i calciatori avevano restrizioni superiori a quelli dei normali lavoratori dipendenti. La sentenza del dicembre 1995 stabilì che i calciatori dell'Unione europea possono trasferirsi gratuitamente, alla scadenza del contratto, in un altro club purché facente parte di uno stato appartenente all'Unione. Tra l'altro se il contratto corrente ha una durata residua non superiore al semestre, il calciatore può firmare un pre-contratto gratuito con la nuova società
Il commento della Fifpro
"Una sentenza che cambierà l'orizzonte del calcio mondiale". Così la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, ha commentato la sentenza. "La Corte europea - è la nota apparsa su X - ha stabilito che una parte centrale del sistema di trasferimento della Fifa, in vigore dal 2001, costituisce una limitazione alla concorrenza e una violazione del libero movimento dei lavoratori. A nome dei calciatori professionisti di tutto il mondo, la Fifpro accoglie favorevolmente questo esito", si legge. "La Corte ha emanato una importante norma sul mercato del lavoro del calcio internazionale, e più in generale dello sport, che cambierà il panorama del calcio professionistico", ha sottolineato ancora il sindacato
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