“Ho iniziato a nuotare perché farlo mi faceva sentire vivo: era una cosa divertente. È diventata una missione quando buona parte del mio mondo si è messa contro questo gioco, e senza accorgermene, stagione dopo stagione, la missione si è trasformata in ossessione”. Così il campione spiega la decisione durante la conferenza stampa al Foro Italico
"Mi sono fatto tanto male per questo sport e adesso semplicemente non sono più disposto a farlo. I Campionati Italiani Assoluti saranno la mia ultima competizione da atleta". Giorgio Minisini, l'azzurro plurimedagliato del nuoto artistico, annuncia così la fine della sua carriera. "Volevo davvero l'Olimpiade, e la volevo così tanto da essere disposto a continuare a praticare un'attività che non mi dava ormai nessun piacere - ha sottolineato l'atleta, escluso dai Giochi di Parigi che inizieranno il 26 - se non quello di sapere che forse, alla fine del tunnel, ci sarebbero stati cinque cerchi a dare un senso a tutto".
La decisione
Quella stessa disciplina che lo ha portato a essere quattro volte campione mondiale, altrettante a livello europeo, ma soprattutto un precursore del sincro al maschile. Ha combattuto una vita contro stereotipi e pregiudizi, senza riuscire a raggiungere quell'ultimo sogno chiamato Olimpiade. "Ma l'esclusione dai convocati per Parigi 2024 non ha avuto alcun impatto sulla mia scelta", ha provato a spiegare nella conferenza stampa al Foro Italico intitolata a "A cuore aperto". Parla vicino alle piscine che lo vedranno protagonista ancora un'ultima volta giovedì prossimo, ai Campionati Assoluti Italiani. Poi si fermerà anche se il 14 agosto, a Giochi finiti, sarà comunque a Parigi per un'esibizione di nuoto inclusivo. Basta, però, con le gare. "Mi sono trovato a domandarmi cosa abbia significato per me il nuoto artistico nelle stagioni passate. E le risposte che ho trovato sono abbastanza chiare - prosegue il campione -. Io non sono stato bene in questi ultimi anni. Non è una novità. E la ragione del mio malessere sta quasi tutta in questo sport. Ho iniziato a nuotare perché farlo mi faceva sentire vivo: era una cosa divertente. È diventata una missione quando buona parte del mio mondo si è messa contro questo gioco, e senza accorgermene, stagione dopo stagione, la missione si è trasformata in ossessione”. Si paragona a un naufrago che 22 anni dopo è in balia delle stesse onde di quando ha cominciato. Ciò non toglie l'impegno che manterrà verso questo sport per continuare un lavoro intrapreso da piccolo, perché quella che lascia oggi è un'eredità importante. "E' una delle cose che mi dà più soddisfazioni, pensare che oggi un bambino possa andare alle Olimpiadi mi riempie di orgoglio, perché a me da piccolo non era permesso sognarlo. Ho tenuto per me questo malessere perché sapevo di essere un esempio per tanti ragazzini che avevano bisogno di un esempio positivo".
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L'esclusione da Parigi 2024
Minisini ribadisce più volte che l'esclusione dall'Olimpiade non è il motivo che lo ha spinto a prendere questa decisione. "Se avessi fatto l'Olimpiade magari non mi sarei fatto certe domande e sarei arrivato a questo stesso punto chissà quando e soffrendo di più", ha aggiunto. Parlando della scelta della dt, Patrizia Giallombardo, nell'escluderlo da Parigi, ha spiegato: "Mi rendo conto quanto sia stato difficile per lei, perché si prende tutta la responsabilità. Ma lei mi è stata tanto vicino come persona, mentre come atleta mi ha dato quello di cui avevo bisogno. Ci tengo che lei sappia che ha la mia vicinanza".