"Nel 2020 ho avuto un'annata complicata e ricordo di aver fatto il pensiero, che mi aiutava a dormire, di prendere il passaporto, non dire nulla ad anima viva e fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi", ha dichiarato il tennista romano
"Se ho mai avuto voglia di dire basta? Tante volte". Lo ha detto in un'intervista al Corriere della Sera Matteo Berrettini, tennista romano che nel 2022 ha raggiunto la sesta posizione del ranking Atp, il secondo miglior piazzamento ottenuto da un italiano dal 1973. "Ci sono stati dei momenti in cui la mia testa e il mio corpo non erano allineati, chiedevo troppo all'uno o all'altro. Clinicamente è stato uno strappo dell'obliquo interno. Credo di aver chiesto troppo al mio corpo".
"Pensavo di fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi"
Berrettini ha parlato della sua lunga assenza dai campi e del periodo di buio psicologico che ha vissuto. "Nel 2020 ho avuto un'annata complicata e ricordo di aver fatto il pensiero, che mi aiutava a dormire, di prendere il passaporto, non dire nulla ad anima viva e fuggire dove nessuno avrebbe potuto trovarmi. Mi è capitato di pensarci, nei giorni bui". Poi però "il tempo, il confronto con gli altri mi hanno fatto capire che io sono felice solo se scendo in campo e respiro quell'atmosfera". Durante l'intervista il tennista ha anche parlato dei suoi obiettivi futuri: "A livello sportivo nel mio cuore c'e' Wimbledon. E anche gli internazionali di Roma. Ma oggi che per la prima volta ho conosciuto il malessere, l'obiettivo è quello di non frequentarlo più, di tenerlo lontano. E di vivere il tennis per quello che è: gioia e sfida per migliorare se stessi".