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Abusi ginnastica ritmica, l'allenatrice Maccarani risponde alle accuse

Sport
©Ansa

La direttrice tecnica dell'Accademia di Desio si difende dalle critiche attraverso un'intervista al Corriere della Sera: "Le accuse arrivano da chi non è andata alle Olimpiadi"

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A novembre 2022, le dichiarazioni di alcune ex atlete scossero il mondo della ginnastica ritmica facendo accendere i riflettori sui metodi utilizzati per formare le Farfalle. A finire sotto accusa è anche Emanuela Maccarani, direttrice dell'Accademia di Desio, e la sua assietente, Olga Tishina. L'ex ginnasta, allenatrice e commissario tecnico della nazionale di ginnastica ritmica ha deciso di difendersi e, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha raccontato la sua "verità".

"Le accuse arrivano da chi non è arrivato alle Olimpiadi"

In merito alle accuse mosse dalle ex ginnaste Anna Basta, Nina Corradini e Giulia Galtarossa l'allenatrice ha risposto così: "C'è una nuova sensibilità verso il body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Ho letto frasi identiche nello scandalo della ginnastica in Svizzera e negli Usa: maialino, sei grassa... Frasi che io non ho mai pronunciato. Vedo una regia mediatica. Ci può stare che una non arriva alle Olimpiadi, e guarda caso le dichiarazioni arrivano tutte da ginnaste che non le hanno fatte".

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"Nessun atteggiamento vessatorio"

Maccarani sostiene di non aver mai avuto comportamenti vessatori ed è convinta che se i risultati si ottengono e si ripetono con ginnaste diverse allora c'è un benessere. Ma sottolinea come l'agonismo sia per pochi e non un campo adatto a tutti: "Alla Nazionale si arriva con un percorso e rispettando dei canoni: lo sport è per tutti, l’alto livello no. Io preparo il giardino, le Farfalle arrivano e si posano: 11 mesi all’anno all’accademia, io sono lì per loro. Sono coach, non mamma. Certamente in quasi trent’anni qualche errore l’avrò commesso. Se mi fossi comportata male, i genitori me l’avrebbero detto. E invece mi chiedono tutti di restare".

 

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"L'opinione pubblica mi vede come la cattiva"

La direttrice tecnica non si rimprovera nulla, ma è quasi certa che data l'opinione che si sono fatte le persone dovrà abbandonare il suo incarico: "Spero che non mi usino come capro espiatorio perché, come tutti, vorrei rispondere solo delle mie azioni. Mi vedono come la cattiva: come può la Federazione non mandarmi via. Però mi devono spiegare perché: cosa ho fatto? E a chi? A quel punto sentiranno la mia risposta. C’è una scuola, c’è un metodo, vinciamo da vent’anni. Non è per niente banale. Se le emozioni le tiri fuori, le provi. Io non ho mai maltrattato nessuno. La ritmica è uno stato d’animo. Le ginnaste azzurre sono belle, leggiadre, armoniose. Impossibile fingere".

 

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