La Formula 1 piange Antonia Terzi, morta in un incidente stradale

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L’ingegnera contesa da Ferrari e Williams ha perso la vita in uno schianto in autostrada. Aveva inventato il "muso a tricheco" della FW26 e aveva progettato l’avveniristico "Superbus" capace di trasportare 23 passeggeri a oltre 250 chilometri all’ora

La Formula 1 piange Antonia Terzi, morta in uno schianto in Inghilterra sulle cui cause sta indagando la polizia del Regno Unito. 50 anni, modenese, ingegnera con tante idee vulcaniche, apprezzatissima dai team della Formula 1, Antonia Terzi era stata prima alla Ferrari e poi alla Williams, alle dirette dipendenze di Patrick Head che per averla con sé l’aveva "strappata" alla scuderia del Cavallino rampante.

I messaggi di cordoglio sui social

E proprio la Williams su Twitter ha espresso tutto il dolore: "Siamo profondamente rattristati – scrive su Twitter il team Williams - di apprendere della scomparsa della nostra ex collega e capo aerodinamica, Antonia Terzi. Il nostro pensiero va agli amici e alla famiglia di Antonia in questo momento difficile".

Nella Scuderia di Todt e Schumacher

L’ingegnera, tra le poche donne nel mondo assai maschile della Formula 1, era nata e cresciuta nel Modenese - dove nascono i progetti di Ferrari, Lamborghini e Maserati - e proprio a Modena si era laureata in Ingegneria. Inevitabile il suo approdo, da giovanissima, alla "rossa" negli anni in cui la "Scuderia" dominava con Jean Todt al comando e Michael Schumacher al volante. Quando, neanche 32enne, passò alla Williams, in Emilia cercarono di minimizzare il colpo di mercato, sostenendo che la defezione non avrebbe indebolito la "rossa". Ben presto però Antonia conquistò il team inglese.

Le sue idee e i suoi progetti

Fu la sua fantasia a partorire l’idea innovativa del "muso a tricheco" della FW26. Dopo l’esperienza in Formula 1 l’ingegnera decide di dedicarsi alla ricerca. Dopo una breve collaborazione con Dallara, sempre nella "Motor valley" emiliana, aveva insegnato ingegneria aerospaziale all’università di Delft, in Olanda. 

Sempre in Olanda, aveva collaborato alla progettazione del "Superbus", mezzo in fibra di carbonio con 23 posti e apertura delle porte ad "ali di gabbiano" capace di sfrecciare a oltre 250 chilometri all’ora.

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