Eliud Kipchoge, primo maratoneta sotto le 2 ore: perché il suo record non sarà omologato

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Alberto Giuffrè

A Vienna il keniota è riuscito nell’impresa: ha corso i 42 chilometri e 195 metri in 1 ora 59 minuti e 40 secondi. Non si tratta però di un tempo ufficiale. Ecco perché

Un’ora, 59 minuti e 40 secondi. Con questo tempo il keniota Eliud Kipchoge è diventato il primo atleta a correre la distanza di una maratona - 42 km e 195 metri - in meno di due ore (LE FOTO). Un’impresa che Kipchoge, già detentore del record del mondo, inseguiva da tempo e che sabato 12 è riuscito a realizzare a Vienna: "Ognuno di noi se si prepara nella sua vita può raggiunge risultati impossibili'', ha detto: "Volevo ispirare tante persone, nell'idea di spingersi oltre i limiti umani, ci ho provato tante volte e questa volta ci sono riuscito''. La sua performance però non verrà omologata.  

Gara non ufficiale

La Iaaf, la federazione internazionale, non riconoscerà il tempo di Eliud Kipchoge come record perché è stato realizzato in una competizione non ufficiale e non aperta a tutti. In più, ad aiutare l’atleta, c’era una squadra di 41 corridori professionisti - le cosiddette “lepri” - che si sono date il cambio lungo tutto il percorso in formazione aerodinamica precedute da un’automobile. 

Perché Vienna: "E' come andare sulla luna"

Anche la scelta della città non è casuale. Il tragitto, ideato appositamente per raggiungere l’obiettivo, è infatti pianeggiante e immerso nel verde del Prater Park. Un percorso “veloce” con caratteristiche simili a quello di Berlino, che ospita una delle maratone più importanti al mondo e che nel 2018 aveva visto proprio Kipchoge trionfare e battere il record del mondo, questa volta ufficiale: 2 ore, 1 minuto e 39 secondi. “A Berlino il punto è vincere e battere il record. A Vienna è diverso: è come andare sulla luna”, aveva spiegato Kipchoge alla vigilia dell’impresa.

Il precedente a Monza

Nel maggio del 2017, all'Autodromo di Monza, Kipchoge aveva già tentato di scendere sotto le due ore mancando l’impresa per soli 25 secondi. In quel caso il campione era stato aiutato anche da alcuni motociclisti che gli passavano i rifornimenti in corsa. Una procedura non consentita nelle gare ufficiali in cui invece gli atleti devono raccogliere bicchieri e borracce da tavolini piazzati ai bordi della strada. Ufficiale o no, l’impresa di Vienna passerà alla storia. Almeno fino a quando il muro delle due ore non verrà abbattuto anche in una competizione aperta a tutti. Chi sa se a firmare l’impresa sarà ancora una volta Eliud Kipchoge.

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