L’album di Sugar si presenta in più formati e colori: doppio CD, triplo vinile colorato, digitale e vinile nero autografato. 11 brani più sei nuove canzoni per il D.O.C. Deluxe Edition. A raccontarci di più su questo nuovo progetto discografico è Zucchero
Tra i maggiori interpreti del rock blues in Italia, Zucchero, all’anagrafe Adelmo Fornaciari, venerdì 11 dicembre ha pubblicato un nuovo progetto discografico, D.O.C. Deluxe Edition, contenente tutti i brani dell’album D.O.C. più 6 nuove canzoni tra cui September, il singolo attualmente in radio in cui Zucchero duetta con Sting. Gli altri 5 brani sono Non illudermi così, rivisitazione del brano “Don't Make Promises” riscritto per l’occasione da Zucchero con un testo in italiano, Wichita Lineman cover del brano di Jimmy Webb, e gli inediti Succede, Facile e Don’t cry Angelina.
Tra i sei brani inediti pubblicati il più conosciuto è senza dubbio è September, prodotto da Sting, e missato dal 4 volte vincitore di Grammy Robert Orton. Il video è stato girato da Gaetano Morbioli e vede Sting & Zucchero insieme in un emozionante racconto a due voci alternato a paesaggi naturali che descrivono lo stato d’animo e la speranza che si cela dietro il senso della canzone. Il brano anticipa anche l’album di Sting, Duets, in uscita il 19 marzo 2021. Abbiamo chiesto a Zucchero di raccontarci questo nuovo album che ci ha anticipato essere per lui un vero e proprio viaggio.
September è il brano in cui duetta con Sting, persona con cui condivide tante altre cose. Ma non è l’unico. Riesce di questi tempi a coltivare le sue amicizie?
Per via di questa pandemia ci siamo sentiti più del solito. Anche con Bono, Michael Stipe, Lady Gaga, su cose che già conoscete e su altre che conoscerete a breve perché sono in uscita. In un certo senso le vecchie conoscenze si sono rinnovate in questo periodo.
Non illudermi così è una canzone che ha scritto durante il primo lockdown e oltre. Che significato ha per lei?
È una canzone libera, dove ho detto tutto quello che sentivo di dire senza trattenermi. Questo brano è una cover di Don't Make Promises, canzone scritta e cantata a metà degli anni 60 da Tim Hardin. Questo suo brano mi ha sempre colpito per le parole e il ritmo. È una canzone che risente molto dell’influenza del modo sonoro appartenente a New Orleans. Ho deciso di lavorare ad un testo in italiano trasformando il senso originale del brano in un concetto più attuale. Alla luce del momento storico che stiamo attraversando, trovo davvero molto adatta.
Con Succede ha messo “le bandiere rosse nel comò”.
Si e non mi sento di sbandierarle in questo momento. Succede è un rhythm and blues un po’ ironico che cela molti doppi sensi. Una riflessione su ciò che si vorrebbe avere e non si ha. Un dialogo con un amore passato, per cui, pur non possedendo niente, si sarebbe fatto di tutto, senza chiedere nulla in cambio.
D.O.C. parla di temi attuali e quindi di pandemia, che ruolo hanno avuto per lei gli undici brani di D.O.C.?
Gli 11 brani di D.O.C. rispecchiano esattamente il mio stato d’animo attuale, quello che penso, quello che sento, in modo più libero e diretto rispetto al passato, senza troppi fronzoli, in un certo modo più semplice ma più complesso. Soprattutto nei testi, nei concetti, c’è un ritorno all’impegno civile che rispecchia il modo in cui cerco di vivere anche la mia vita privata. La perduta libertà, quella che ci siamo dimenticati e che pensiamo di avere acquisito, ma non è affatto così.
Per me Doc è un album che differisce dagli altri album già pubblicati, per i suoni ma anche per i testi. Rinnovarsi rimanendo sé stessi è una cosa difficile, ma penso di esserci riuscito con D.O.C.
Qual è il filo logico che lega le canzoni di D.O.C. al nuovo album?
D.O.C. è un album in cui in ogni canzone c’è un inizio di redenzione. Parlo di luce, di una scia, che sto cercando in brani come September, Non illudermi così o Don’t cry Angelina. D.O.C. Deluxe Edition è una conseguenza di D.O.C., una conferma del mio essere.
approfondimento
Zucchero, un viaggio nella sua musica formato D.O.C. Deluxe
Da marzo il mondo della musica si è fermato. Che idea si è fatto in questi mesi?
Vedo poco interesse, ma non solo per quanto riguarda la musica. Anche nei confronti del cinema, del teatro, della cultura in generale. Il problema è che non se ne sente parlare dalle istituzioni, soprattutto, eppure le manifestazioni ci sono state. Non c’è considerazione e questo non va bene.
I concerti in streaming potrebbero essere parte di una soluzione secondo lei?
Sono in attesa di capire, a metà gennaio, come ripartire e in quale capacità. A prescindere da ciò è importante riprendere a suonare, solo questo sarà per noi un segno di rinascita, anche con meno gente. Lo streaming per quanto mi riguarda, piuttosto che niente è meglio piuttosto, ma è tutta un’altra storia. Il feedback del pubblico è determinante. Così come i ritmi di un concerto.
Ci racconta un aneddoto divertente con Sting?
Ha voluto girare il video di September alle 6 del mattino. Per me è stato un trauma dato che solitamente mi sveglio alle 13. Questo perché lui fin da piccolo è stato abituato a svegliarsi alle 5 per aiutare suo papà a consegnare il latte, che di professione per l’appunto faceva il lattaio. Prima di iniziare le riprese ha poi fatto mezz’ora di piscina, all’aperto, per tonificarsi. Per me allucinante. La verità è che io e Sting ci siamo sempre trovati, in ogni parte del mondo. Lui mi ha sempre visto come la persona genuina che sono, credo anche per questo ha deciso di farmi fare da padrino a sua figlia Coco.
Wichita Lineman cantata in inglese. Perché non ha scelto la versione italiana?
Il testo in italiano, a mio parere, non è riuscito a trasmettere la poetica del brano originale.
Cosa porta un artista prolifico e creativo come lei a fare delle cover? Cose le piace?
La cover per me ha senso se non è popolare. Per esempio non toccherò mai Imagine di John Lennon. Il senso è di fare cover quando questa non è conosciuta in tutta il mondo e farla tua, presentarla nuovamente al mondo ma alla tua maniera. La copie dell’originale non mi interessano.