MasterChef 12, Ivana lascia: "MasterChef è stato un regalo tutto mio". L'intervista

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Barbara  Ferrara

Barbara Ferrara

Dopo l'esterna nella spettacolare cornice della Cascata delle Marmore a cui Ivana non partecipa per passare direttamente al Pressure Test, arriva l'infausto verdetto. Il suo piatto non è all'altezza, per i giudici è fuori focus e presenta troppi errori. La concorrente romana abbandona per sempre la sfida: "'E' stato bellissimo, seppur impegnativo". La gara continua, tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno

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Il viaggio degli aspiranti chef a MasterChef Italia (LO SPECIALE), diventa sempre più imprevedibile puntata dopo puntata e quella che doveva essere una sfida tutto sommato “confortante” a tema comfort food, si è rivelata più insidiosa del previsto. Le aspettative dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli sono sempre più alte e sbagliare (irrimediabilmente) è un attimo. Questa volta, a farne le spese è Ivana. Al Pressure Test cade sul “minestrone creativo” e dice addio al sogno di arrivare in finale. L’assistente parlamentare di Roma però esce col sorriso sulle labbra, senza nessun rammarico, è andata come doveva andare. L'abbiamo intervista per conoscerla più da vicino, ecco cosa ci ha raccontato nell'intervista in collegamento da casa via Zoom.

 

Sul sito ufficiale tutti i video di MasterChef 12

L'INTERVISTA A IVANA

 

Come nasce l’idea di iscriverti a MasterChef?
Ero in un periodo particolare della mia vita e a spingermi sono stati i miei ragazzi, avevo perso mio marito e facevo fatica ad accettarlo. L’ho preso come regalo tutto mio, uno spazio per me, da sempre ho desideravo fare la cuoca, ma senza averne l’occasione, poter cucinare a MasterChef è stato bellissimo, anche imparare nuove tecniche è stato molto interessante. 
 

La tua è una cucina tradizionale, se dovessi aprire un ristorante, quale sarebbe il menu?
Il mio amore per la cucina e per la cucina semplice innanzitutto, è viscerale, non conosco scienza e tecnica, i miei piatti sono fatti di amore ed emozioni. Mi piacerebbe aprire un home restaurant, proporrei un menu più orientato alle verdure, sul vegetariano, farei i piatti della tradizione rivisitandoli in una chiave più leggera e con un senso estetico importante. Si mangia prima con gli occhi, poi con la bocca. 
 

Avevi già pensato al menu della finale?
Mi sarebbe piaciuto tantissimo, avrei portato un antipasto crudo di verdurine e frutta di stagione, come primo gnocchi carborari nascosti con uovo nel ripieno, di secondo avrei fatto un cubo di melanzane con dentro un bel ripieno di caponata, per finire con una cassata cruda accompagnata da un gel al melone.

 

Uscendo hai commentato che il tuo percorso non poteva che essere ciò che è stato…
Sì, non c’è la delusione di non essere arrivata fino in fondo, l’ansia da prestazione in un luogo come MasterChef ha prevalso, ho sentito il pressing della gara, non è stato semplice, e poi conta anche l’orologio biologico, a sessant’anni anni incide, sei più rallentato. Volevo fosse un divertimento, ma è stato impegnativo. 
 

Il complimento più bello?
Sicuramente la frase di Iginio Massari (“lei il palato ce l’ha” ndr), per me è stata un’emozione che non ha prezzo, felicità allo stato puro.

 

Il giudice che ti ha sorpreso di più?
Sicuramente Antonino Cannavacciuolo, l’ho trovato emozionante, gli si illuminano gli occhi quando parla di cibo, mi è piaciuto di più lui, è capace di lasciare un segno indelebile, è carismatico e imprevedibile. 

 

Per chi fai il tifo?
Secondo me i tre giovani che meritano la finale sono Nicola, Hue e Bubu, sono i più bravi, e ci mettono dentro la voglia di andare avanti con serietà.

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