La gara entra sempre più nel vivo, dopo le inaspettate eliminazioni di Dalia e Pietro nella scorsa puntata, ad uscire di scena sono altri due (amatissimi) concorrenti, Gabriele Policarpo (per tutti Polone) e Mime Kataniwa. Ecco cosa ci hanno raccontato nell'intervista. MasterChef ti aspetta tutti i giovedì alle 21.15 su Sky e in streaming su NOW, disponibile anche on demand e su Sky Go
Se l’ottava puntata di MasterChef Italia (LO SPECIALE) ha segnato una svolta, a questo punto della gara è impossibile guardarsi indietro né ha senso fare bilanci, ciò che conta è concentrarsi sull'obiettivo e superare le prove dimostrando di essere all'altezza, senza riserve. Il compito di Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, si fa ancor più difficile. Solo i migliori della Masterclass potranno aspirare ad arrivare in finale, il tempo stringe, e l'ansia può giocare brutti scherzi. Non è ammissibile scoprirsi impreparati così come è accaduto a Gabriele Policarpo (LE FOTO DELLA PUNTATA) davanti alla sfida della pasticceria (da sempre la più temuta dagli aspiranti chef), né inciampare su vecchie lacune come è successo a Mime. La determinazione dimostrata in queste settimane dai due concorrenti non è bastata. Una cosa è certa però, Polone passa alla storia per aver avuto il privilegio di poter dare l'iconica pacca sulla spalla di Antonino e Mime per il suo buon cuore, ma attenzione ai giapponesi rivela ridendo: "Non sai mai cosa ti dicono alle spalle". Ecco cosa ci hanno raccontato nell'intervista collegati via zoom dalle loro rispettive abitazioni.
le interviste a Polone e mime
Come è nata l’idea di partecipare?
Polone: ”Non sono stato io in realtà a volermi iscrivere, ma la mia ex compagna Martina, date le mie competenze culinarie, è stata lei a convincermi ed eccomi qua”.
Mime: “A trasmettermi la passione per la cucina è stata mia suocera, io ho iniziato a cucinare in Italia grazie a lei, quando ci si trovava nei fine settimane eravamo 30 persone, lei cucinava a occhio, io ho imparato, per questo mi sono voluta buttare in questo ambiente, i miei figli adolescenti erano contrari, si vergognavano, mentre mio marito mi ha sostenuto”.
La vostra idea di cucina è cambiata dopo MasterChef?
Polone: ”Beh sì, io ero partito con una cucina basic, ora invece l'ho perfezionata, aumentando il sapore e anche l'amore. Curo l'impiattamento e ho migliorato la mia visione. Il piatto che ho fatto con il pane arabo per me è stata una scoperta. Ho fatto cose nuove e ringrazio la famiglia di MasterChef per avermi fatto conoscere ricette e ingredienti incredibili".
Mime: “Per me prima cucinare significava sfamare i figli, zero impiattamento insomma, ora invece ho comprato anche degli accessori per trasformare le mie creazioni, ci metto tutta me stessa. Bisogna iniziare a sentire con tutti i nostri sensi, sto insegnando alla mia famiglia a gustare il piatto anche con l'olfatto e con gli occhi. Io ho imparato questo e voglio trasmetterlo".
Per chi fate il tifo?
Polone: ”Come ho detto uscendo, vincerà il migliore, ma avendo legato molto con Cristian io spero con tutto il mio cuore che vinca lui, lo merita tantissimo. Spero ci possa arrivare. Per quanto mi riguarda io ho già vinto, a me va benissimo così".
Mime: “Per me mio "figlio" Carmine, è sempre stato il mio figliolo e lo è tutt’ora, adoro i suoi piatti, riesce a fare cose incredibili, poi ha la stessa età di mia figlia, è nato lo stesso suo giorno. Tifo sempre per lui".
Qual è per voi il miglior piatto presentato a MasterChef?
Polone: "Il filetto alla Wellington, anche perché chef Giorgio Locatelli lo ha spiegato in soli quattro minuti, io non lo avevo mai fatto e grazie a questo mi sono salvato".
Mime: "Dovrei dire il burro di canapa, ma la realtà è che in quella prova ho vinto per la magia della canapa, il piatto del cuore che mi rende più orgogliosa è quello dei Live Cooking, il risotto con capesante scottate, uova di salmone e alga nori al Parmigiano (“Suggestione di nascita di venere”, ndr). Ho seguito il consiglio di chef Cannavacciuolo che mi ha sempre detto di recuperare le mie radici giapponesi. Sono riuscita a unire le due cucine".
Progetti futuri?
Polone: ”Come avevo raccontato nelle prime interviste, fin dall'inizio il mio sogno è aprire un locale ad Anzio, penso a qualcosa di piccolo con una trentina di posti e una cucina a vista. Ma occorrono un minimo di tre anni per imparare bene dosaggi, preparazioni…dunque fare prima esperienza penso sia la cosa migliore, poi penseremo anche al nome".
Mime: “Lo sapete tutti, io prima di entrare avevo già lavoro come guida turistica, ma da due anni sono ferma e spero che ritornino i turisti giapponesi. Non aprirò un ristorante, il mio sogno è pubblicare un libro di ricette italiane per giapponesi, un libro sugli errori e le differenze tra le due cucine. Da noi vanno di moda i risotti e gli spaghetti, qui in Italia ci sono tanti ristoranti giapponesi, ma il sushi e la cucina autentica sono diversi da quelli che pensate. Amiamo le rispettive cucine ma facciamo errori comuni, sarà divertente scoprirli".