In attesa di scoprire cosa succederà nella seconda stagione di Mix & Match - Il Guardaroba delle Meraviglie, in arrivo su Sky Uno (canale 108) e e sul digitale terrestre al canale 455, abbiamo fatto due chiacchiere con il direttore di Vanity Fair, giornalista di moda e giudice del programma. Continua a leggere e scopri cosa ci ha raccontato Simone Marchetti
Ladies and gentlemen, l'attesa è finita: la nuova stagione di Mix & Match sta per tornare, l'appuntamento da segnare in agenda è a partire da domenica 3 novembre alle 21.15 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 455. Ad accompagnarci in questo viaggio nella moda, saranno ancora una volta Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair e giornalista esperto di moda e Lodovica Comello. Oltre ai concorrenti che si sfideranno per portare a casa tutti gli abiti e gli accessori indossati nel corso della puntata, sarà presente un ospite speciale. Senza anticiparvi troppo, continua a leggere e scopri cosa ci ha raccontato il giudice più glam della tv.
L’obiettivo è sempre ribaltare ogni stereotipo della moda?
In questa stagione l’obiettivo è assecondare ancora di più la passione per la moda, di donne, ma anche di uomini che ormai ne sanno veramente tanto e sono sempre più appassionati. Tutti, anche i giovani a volte, continuano a pensare per categorie classiche, invece bisogna scardinare un dubbio, un pregiudizio, una paura. Fatto questo, non soltanto fai diventare le persone più belle, ma le liberi. Nelle puntate si vedrà moltissimo tutto questo. Anche i caratteri più strani, quelli che all’inizio erano sottotono, quando capiscono che la moda è un linguaggio per risolversi e non solo un abito, si rivelano, ed esplodono.
Per lei la moda è un linguaggio per risolversi?
Per me, ma anche per il periodo storico che stiamo vivendo, c’è un tema di inclusività, prima esisteva un canone, gli stilisti decidevano che colore andava, che modella era la più bella del mondo e che tipo di taglia dovevi indossare, oggi è tutto cambiato e non è più possibile pensarla così. Bisogna imparare a dare un abito per tante personalità e non uno stile per una persona. Sono due cose diverse.
In questo senso la moda contribuisce ad abbattere le barriere di genere?
Esattamente, inclusività vuol dire tutto, genere, razza, corpo. Io non ti dico più che devi mettere un abito nero perché snellisce i fianchi, chi-se-ne-frega, tu metti un abito che ti faccia diventare il più possibile vicino al sogno che hai di te stesso. Ed è proprio questo che si vede nelle puntate, quest’anno in maniera evidente. La moda che funziona bene ti fa entrare in una stanza con l’abito giusto e cambia l’equilibrio delle cose che hai intorno.
Un aneddoto da ricordare?
C’è stata una giovane concorrente che non voleva essere chiamata con il suo nome, per tutti era “la zia”. Era matta, abbiamo riso per tutta la puntata. Una ragazza con un’agenzia di cuori solitari, provocante, molto molto sensuale, senza fare spoiler, ha chiuso il programma riuscendo a usare la moda per tirare fuori le sue debolezze, scoprendo e mostrando una parte nascosta di lei. E’ stata una specie di psicoterapia della bellezza.
Come si è trovato con Lodovica Comello?
Per me Lodovica l’anno scorso è stata una mamma, un Caronte che ti prende e ti porta dall’altra parte nelle acqua tumultuose delle televisione. Stare davanti a uno schermo, in uno studio con le telecamere, non è per niente facile. Lei è stata preziosissima, oltre a essere molto brava, è un’artista che conosce benissimo i tempi televisivi e li sa reggere. Quest’anno è stato come surfare insieme nella stessa direzione, su onde di seta e tessuti colorati. Ci siamo divertiti molto, abbiamo un rapporto di complicità e sono stato molto fortunato a lavorare con lei in questo mare di umanità e di grandi personaggi un po’ da governare con l’ironia e degli abiti.