Nella quinta puntata di Alessandro Borghese 4 Ristoranti lo chef giramondo ci ha portato a Monaco di Baviera, alla scoperta della migliore cucina regionale italiana. A trionfare è l’esuberante Franco Pecchia. In attesa del prossimo appuntamento, martedì alle 21.15 su Sky Uno, leggi l’intervista al vincitore.
Alessandro Borghese incorona il vincitore del miglior ristorante di cucina regionale italiana a Monaco di Baviera, Franco Pecchio. Napoletano doc, il proprietario della Trattoria Anema e Core, sbarca a Monaco negli Anni Sessanta e quindici anni fa apre il suo locale, un luogo che sente come casa e che strizza l’occhio alla tradizione napoletana. Franco esulta, è felice di aver partecipato e non sta più nella pelle: “Anche quelli che erano contro di me mi stanno scrivendo per complimentarsi. Da tutta l’Italia, da Udine a Trapani, per non parlare del paese dove sono nato alla periferia di Napoli, hanno messo i manifesti. Quando i paesani e il sindaco ti scrivono che sei il loro orgoglio e il loro eroe…”.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente a poche ore dalla vittoria, leggi l’intervista e scopri cosa ci ha raccontato il “nostro eroe”.
Come nasce la sua passione per la cucina?
Sono nato in un piccolo paesino, mio padre è morto che avevo undici anni: mia madre mi ha detto che se avessi voluto studiare mancavano i soldi e sarei dovuto andare in seminario dai preti.
Non è andata male?
Alla fine no, il seminario mi stava stretto e un giorno in giro per Napoli ho scoperto che potevo iscrivermi alla scuola alberghiera, così ho fatto. Ho iniziato a viaggiare, prima a Senigallia, dopo in un piccolo villaggio di pescatori nel Mare del Nord, ai confini con la Danimarca. Pian piano questa vita mi piaceva sempre di più, ho studiato tanto, anche le altre cucine di altri paesi che tuttora mi piacciono.
Il suo miglior pregio e il suo peggior difetto?
Sono troppo romantico e questo mi ha rovinato un po’. Mi sono innamorato tante volte nella vita, Rosalia è la mia quarta moglie. Ho quattro figli, uno da ciascuna moglie, tra loro vanno tutti d’accordo. Questo mio romanticismo mi ha portato a lavorare tanto per mantenere le mie famiglie. Dalla mia ho la costanza e la determinazione di raggiungere i miei traguardi.
Il momento più bello di 4 Ristoranti?
Sicuramente quello della vittoria, sono troppo contento, è stato bellissimo partecipare e mi sono divertito anche molto.
Si aspettava di vincere?
No, soprattutto scoprendo qualche brutto voto dei miei colleghi e anche dopo l’episodio con mio figlio (nelle vesti del cameriere ndr) che ha reagito davanti a un attacco ingiusto nei mie confronti.
La carbonara le ha fatto vincere il bonus, è il suo cavallo di battaglia?
Direi di sì e da oggi sul menu troverete scritto “Carbonara 4 Ristoranti”.
Come si è evoluto il gusto dei tedeschi?
E’ cambiato molto, una volta mangiavano solo pizza, patatine e cannelloni, bevevano Lambrusco e Frascati, oggi hanno viaggiato in giro per il mondo e si sono acculturati. La mia clientela è molto avanti.
I ristoratori italiani hanno fatto la loro parte.
Io dico che dovrebbero farci un monumento a noi italiani, abbiamo portato la cultura del cibo. In cinquant’anni ho visto tutti i cambiamenti, sempre in meglio.
Che ricordi ha dei primi tempi?
I primi anni guadagnavamo tantissimo, a quei tempi eravamo super pagati, ho lavorato in un ristorante a 500mt da qui per dieci anni. Lavoravamo bene, ma non offrivamo pesce fresco né carne. Solo pizza, lasagne, spaghetti e per i bambini soprattutto patatine con il ketchup, oggi mangiano le sogliole fresche.
Cosa le manca dell’Italia?
Devo essere sincero, non mi manca niente qui a Monaco. Sto bene, ho un sacco di amici tedeschi, vado poco nei ristoranti italiani anche perché si finisce a parlare sempre delle stesse cose. Sono molto conosciuto e ho la fortuna di stare in una bella zona.
Progetti futuri?
L’anno prossimo compio settant’anni, sarei voluto rimanere anche qui ma da pensionato non potrò permettermi di stare qui e credo che per godermi la vecchiaia tornerò a casa, a Napoli dove ho una casa.