Aspettando Tattoo Artist of the Year, ecco Juel la...cattiva

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Fabrizio Basso

E' in onda ogni domenica alle ore 21.15 e si chiama Tattoo Artist of the Year. Lo aspettiamo insieme a Juel e i suoi tattoo, chiacchierando di tatuaggi e del singolo Cattiva che può rappresentare la svolta della sua carriera. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Un nome che nasce davanti a una bottiglia di Nero d'Avola ha già più che un buon motivo per essere raccontata. Perché Juel, la voce rock di Cattiva, il suo singolo, nasce così. E' lei, l'artista romana, a raccontarci, in questa intervista, un po' di lei, tra musica e tattoo, aspettando su Sky Uno, ogni domenica alle ore 21.15 Tattoo Artist of the Year.

Juel perché Cattiva?
Stavo subendo un po' di pressioni psicologiche, e una mattina, davanti allo specchio, mi sono detta basta. E contestualmente è partito il brano.
Cosa rappresenta la cattiva del brano?
Una amazzone schiacciata da influenze negative che passa al contrattacco.
Andiamo a Juel.
Davanti a una bottiglia di Nero d'Avolo, con un mio grande amico che ora non c'è più, David, il Primo Brown dei Cor Veleno, studiavamo un nome, ne abbiamo provati tanti. Lo avevo già cambiato due volte. Poi è uscito Juel, che suona come gioiello in inglesse. Il fatto che sia arrivato tramite lui lo vivo come una benedizione.
Il primo tattoo?
Avevo 18 anni e lo ho fatto un po' per moda e un po' per sentirmi diversa. Un paio d'ali che rappresentano la libertà.
Ribelle da subito.
La guerria c'è sempre stata. Poi sono arrivati i tattoo consapevoli: scrivere sulla pelle è sofferenza e ricordo.
Ce ne racconta qualcuno?
Su una gamba ho David e una donna aggrappata a una roccia. E' grazie a lui che ho imparato a scrivere. Poi c'è una donna che si specchia con un riflesso: significa esprimersi come si è, senza nascondere il carattere. Significa essere sinceri e leali con se stessi.
C'è qualcuno di cui si pente?
Assolutamente no. Sono come un neo. E ognuno parla di me.
Sa che qualcuno potrebbe un domani tatuarsi sue frasi.
Per ora non ci penso. Le dico che già sentire qualcuno che conosce i miei testi mi emoziona.
Il tattoo è ancora fonte di pregiudizio?
Direi di no. Certo la posizione del tatuaggio e come lo mostri fa la differenza. Mettiamola così: la farfallina di Belen dovrebbero vederla in pochi...
 

Il suo rapporto con i social?
In passato più stretto. Forse mi sentivo più sola e ci stavo di più.
Oggi?
Pubblico ma con pudore.
Come nasce la sua musica?
Sempre con motivazioni curative. Un po' come la donna allo specchio di Cattiva.
Nel video di Cattiva è la prima ballerina.
Sono una ballerina. Sono abituata alle telecamere, un po' meno a raccontare di me.
Però è cambiata.
Un giorno davanti a me ho trovato un muro e dei compromessi. Mi è tornata indietro una ondata di energia cattiva e da lì è nata l'esigenza di raccontarmi. Il bisogno di scrivere.
I suoi live?
Ci sto lavorando. Voglio prima crescere di repertorio, arrivare almeno a un'ora. Al momento ho cinque pezzi. Qualche concerto lo ho fatto ma nessun tour strutturato. Arriverà.
Lei è di Roma?
Romana de Roma. Ma con mamma calabrese!

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