MasterChef: per Stefano galeotto fu il risotto

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Massimo Vallorani

Nella quinta puntata di Masterchef Italia a dover dire addio e lasciare per sempre il cooking show più amato d'Italia è stato Stefano seguito poi da Michele. La puntata è stata ricca di colpi di scena, e i giudici Antonia Klugmann, Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo non hanno fatto sconti a nessuno, soprattutto al giovane studente cagliaritano di ingegneria il cui risotto cucinato nell’Invention Test non era particolarmente riuscito. Abbiamo intervistato il nostro cuoco amatoriale dopo la sua eliminazione

Stefano non ce l'ha fatta. È lui l'eliminato della quinta puntata di MasterChef Italia 7. Fatale per lui è stato un risotto di pesce, ideato e estremizzato da Valerio Braschi, vincitore della sesta edizione del programma. Il piatto, per l'appunt, un risotto con fondo di pesce mantecato con burro e crostacei e sciabu sciabu di seppia non ha convinto affatto i nostri giudici ed è finito dritto "nella rete", come ha avuto modo di dire Joe Bastianich alla fine dell'Invention Test.

Abbiamo incontrato ll giovane studente cagliaritano di ingegneria, che, pur essendo stato eliminato non sembra voler demordere dalla sua grande passione. Diventare un giorno uno Chef Stellato. Ecco la sua intervista.

Allora, come ha preso la sua uscita da MasterChef?
Non posso rimproverami nulla. Lo so è un po' scontato dirlo ma per me l'esperienza di MasterChef è stata davvero positiva. Soprattutto perché ho condiviso con tutti gli altri la stessa passione. Ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa e penso, in tutta onestà, di aver dato tanto anche io.

Cos'è che non ha funzionato nel tìsuo risotto?
Non saprei dirlo. Per me era un buon piatto ma non voglio mettere in discussione il giudizio di quattro Chef stellati.

A proposito di giudici. Ha legato in particolare con qualcuno di loro?
Appena entrato nella cucina di MasterChef mi è subito piaciuta Antonia Klugmann, forse per il fatto che abbiamo avuto una prima esperienza in cucina molto simile. Poi è stato Antonino Cannavacciuolo a consigliarmi e, per così dire, a prendermi sotto la sue manone protettive. Ho notato, da parte sua, anche un certo calore nel momento della mia uscita.

Ho letto che nella vita ha praticato nuoto a livello agonistico. Secondo lei c'è così tanta differenza tra una gara di nuoto e una gara ai fornelli?
Sì c'è molta differenza. L'unica analogia che trovo è la preparazione fisica. Bisogna essere particolarmente allenati per cucinare a MasterChef. Quasi essere un'atleta. Le confesso che cucinare anche per 12 ore di fila metterebbe al tappeto chiunque. Anche uno come me che ha appena compiuto 21 anni e che fin da bambino va a nuotare due volte al giorno.

Da dove nasce la sua passione per la cucina?
Non so, è una cosa che mi è sempre piaciuta. Mi affascina. Tutto qui.

La cosa che le piace di più cucinare?
Direi il polpo. Penso che sia la tela bianca di ogni aspirante Chef. Si può fare in ogni modo.

Il suo sogno?
Cucinare ancora, ma anche lavorare nel mondo dell'intrattenimento. E MasterChef era il connubio perfetto. Ma mi rifarò. Ne sono sicuro.

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