Nella quarta puntata di Masterchef Italia a dover dire addio e lasciare per sempre il cooking show più amato d'Italia è stata la giapponese Eri insieme a Jose. La puntata è stata ricca di colpi di scena, e i giudici Antonia Klugmann, Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo, non hanno fatto sconti a nessuno, soprattutto alla giovane ragazza nipponica il cui ultimo piatto era, secondo loro, “insalvabile!”. Abbiamo intervistato la nostra cuoca amatoriale dopo la sua eliminazione
Nei suoi occhi neri c’è tutto il fascino orientale e anche un po’ di malinconia per essere uscita dalla prova più importante della sua vita. Quella della cucina di MasterChef. Eri, la libera professionista nata ad Osaka ma italiana di adozione (vive a Trieste) non è riuscita a superare l’Invention test il cui obbiettivo era quello di cucinare un piatto che fosse allo stesso tempo crudo, croccante, cotto e leggero. Il suo piatto, secondo i giudici, era insalvabile! Per questo motivo è stata eliminata dal programma di cucina più importante della tv italiana.
Abbiamo intervistato Eri dopo l’eliminazione. Ecco cosa ci ha raccontato.
Eri cos'è che è andato storto?
La cosa più semplice che si possa dire: ho sbagliato il mio piatto. Sono assolutamente consapevole di aver commesso un bel po’ di errori”. Ma non solo. Ho sbagliato anche nell'atteggiamento mentale. Nella cucina di MasterChef bisogna entrare risoluti e determinati. Insomma vai e ammazza tutti.
Quindi mi sta dicendo che le è mancata un po’ di cattiveria?
Sì esatto. Non ho mai fatto una gara in vita mia e, soprattutto, la cosa che ho capito partecipando a MasterChef è che bisogna essere allenati come un atleta. Bisogna curare la parte fisica per andare avanti e per far ragionare di conseguenza anche la mente. E su questo sono stata deficitaria.
Constato che non le manca l’autocritica.
Sì è una della mie caratteristiche. Mi sono sempre definita una perfezionista distratta che si mette spesso in discussione. Forse un po’ troppo.
I giudici le hanno detto che non è riuscita a raggiungere un perfetto equilibrio… soprattutto nel suo ultimo piatto da lei cucinato. E’ così?
Non so se si trattasse di equilibrio o no. So soltanto che il piatto che poi mi ha fatto eliminare era sbagliato. Il centrifugato di sedano era sbagliato. E non sono riuscita a dare al mio piatto la croccantezza che mi era stata chiesta. Questo soprattutto per una mia confusione mentale di traduzione dall'italiano al giapponese. Poi ho cercato di aggiungere qualche particolarità giapponese al piatto ma anche questo è sbagliato. A questo punto è uscito il lato aggressivo che è in me.
Forse è stata semplicemente la tensione dovuta alla trasmissione?
Non so, so soltanto che alle telecamere e alle luci ci si abitua. O almeno a me non davano fastidio. In passato ho fatto un lavoro da interprete davanti a 3000 persone in Piazza San Marco a Venezia. So che significa essere sotto pressione.
Tornando a MasterChef, cosa le rimane dentro di questa, seppur breve, esperienza?
Mi rimane la voglia di continuare nel mondo della ristorazione e soprattutto di far conoscere di più e meglio quello che c’è di buono nella cucina giapponese. E naturalmente mi intersessa contaminarla con quella italiana. Un sogno che spero di realizzare presto e bene.