Arriva direttamente da un Vulcano, certificato di platino, Io non abito al Mare, il nuovo singolo di Francesca Michielin che tira la volata all'album 2640 in uscita il 12 gennaio: lo presenterà a X Factor in occasione delle semifinali, in programma giovedì 7 dicembre alle ore 21.15 su Sky Uno. Nell'attesa la abbiamo intervistata.
Francesca come sta?
Bene, faccio una vita da pendolare tra Milano, dove adesso abito, è Castelfranco veneto dove frequento il Conservatorio.
Io non abito al mare è scritta con Calcutta.
Ci siamo conosciuti poco più di un anno fa ed è subito nata una amicizia. Siamo sempre rimasti in contatto.
Questa collaborazione come si è sviluppata?
Ci siamo visti a Roma. Lui chiudeva il tour invernale, io entravo nel vivo del nuovo album. uUi ha annunciato che si sarebbe chiuso a riccio ma che c'era il tempo per provare a fare qualcosa insieme.
Ed è nata questa canzone sulla mancanza di comunicazione.
Esatto. Il tema è proprio l'incapacità di comunicare. Ognuno ha portato le sue esperienze. Proprio per valorizzare la comunicazione abbiamo lavorato in studio insieme. Con un pianoforte a farci compagnia.
Insomma, una collaborazione all'antica.
La musica è socializzazione.
L'essenza del brano?
Parla di tenerezza, bisogna stare attenti alle parole scontate. Esalta il bello del non detto.
Valore raro nella stagione dei social.
Ormai sui social si condivide anche quello che si mangia. Qui ci muoviamo su un piano di comunicazione più tenero e delicato.
X Factor si avvicina alla finale: lei lo ha vinto, per tanti è un esempio.
E' bello sapere di essere considerata un punto di riferimento ma io credo di essere la persona meno indicata a motivare.
Un messaggio però dobbiamo inviarlo a questi ragazzi.
X Factor è moto cambiato nel tempo e in meglio. Oggi dentro c'è chi ha fatto più gavetta di me come pregresso. Ricordo lo stress a livello creativo, di energia e di concentrazione. Ma è un investimento.
In che senso?
Solo dopo capisci quello che hai vissuto e ti rendi conto che tutto ti torna indietro come valore aggiunto.
L'album in arrivo si intitola 2640: ci spiegherà a suo tempo perché, ma se fosse una data e lei avesse la macchina del tempo vorrebbe andare nel futuro o nel passato?
Il futuro non mi attira molto, mi piace vivere giorno per giorno.
Se proprio dovesse scegliere?
Vorrei andare al tempo del latinorum, anzi all'epoca ellenica.
Sparta o Atene?
Ad Atene con Platone.
Bene, faccio una vita da pendolare tra Milano, dove adesso abito, è Castelfranco veneto dove frequento il Conservatorio.
Io non abito al mare è scritta con Calcutta.
Ci siamo conosciuti poco più di un anno fa ed è subito nata una amicizia. Siamo sempre rimasti in contatto.
Questa collaborazione come si è sviluppata?
Ci siamo visti a Roma. Lui chiudeva il tour invernale, io entravo nel vivo del nuovo album. uUi ha annunciato che si sarebbe chiuso a riccio ma che c'era il tempo per provare a fare qualcosa insieme.
Ed è nata questa canzone sulla mancanza di comunicazione.
Esatto. Il tema è proprio l'incapacità di comunicare. Ognuno ha portato le sue esperienze. Proprio per valorizzare la comunicazione abbiamo lavorato in studio insieme. Con un pianoforte a farci compagnia.
Insomma, una collaborazione all'antica.
La musica è socializzazione.
L'essenza del brano?
Parla di tenerezza, bisogna stare attenti alle parole scontate. Esalta il bello del non detto.
Valore raro nella stagione dei social.
Ormai sui social si condivide anche quello che si mangia. Qui ci muoviamo su un piano di comunicazione più tenero e delicato.
X Factor si avvicina alla finale: lei lo ha vinto, per tanti è un esempio.
E' bello sapere di essere considerata un punto di riferimento ma io credo di essere la persona meno indicata a motivare.
Un messaggio però dobbiamo inviarlo a questi ragazzi.
X Factor è moto cambiato nel tempo e in meglio. Oggi dentro c'è chi ha fatto più gavetta di me come pregresso. Ricordo lo stress a livello creativo, di energia e di concentrazione. Ma è un investimento.
In che senso?
Solo dopo capisci quello che hai vissuto e ti rendi conto che tutto ti torna indietro come valore aggiunto.
L'album in arrivo si intitola 2640: ci spiegherà a suo tempo perché, ma se fosse una data e lei avesse la macchina del tempo vorrebbe andare nel futuro o nel passato?
Il futuro non mi attira molto, mi piace vivere giorno per giorno.
Se proprio dovesse scegliere?
Vorrei andare al tempo del latinorum, anzi all'epoca ellenica.
Sparta o Atene?
Ad Atene con Platone.