Un nuovo disco e, nel 2018, sei concerti negli stadi. I Negramaro, dopo essere stati a un passo dallo scioglimento, vengono a raccontare la loro nuova vita a X Factor, il talent musicale di Sky Uno in onda ogni giovedì alle ore 21.15. Saranno protagonisti nella serata in cui vengono presentati gli inediti. Cosa porteranno all'X Factor Arena Giuliano Sangiorgi, Andrea Mariano, Danilo Tasco, Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà e Andrea De Rocco? La storia di una band di ragazzi iniziata in una cantina ampia due metri per tre e un singolo, Fino all'Imbrunire, che è già disco d'oro. L'INTERVISTA
di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)
Averlo ascoltato così tanto da sentirlo amico a poche ore dall'uscita, perché, per chi scrive, l'Amore che Torni dei Negramaro è arrivato con una settimana di anticipo, grazie a quel passe-partout che si chiama pre-ascolto e che talvolta porta a sognare in anticipo. Il disco arriva dopo un periodo di crisi che li ha portati vicino a quell'abisso che si chiama fine, ma che ce li ha restituiti con nuova energia e nuovi sentimenti, con un suono analogicamente contemporaneo e con sei stadi che li accoglieranno nel 2018. Tutta questa magia ha un filo conduttore che si chiama modestia e onestà intellettuale, perché Giuliano Sangiorgi, Andrea Mariano, Danilo Tasco, Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà e Andrea De Rocco restano i ragazzi di quella cantina ampia due metri per tre che ancora esiste, insieme al suo popolo di ragni, e che andranno a raccontare giovedì 23 novembre a X Factor. Sarà infatti la band salentina l'ospite speciale del talent musicale di Sky Uno, in onda ogni giovedì alle ore 21.15, nella serata speciale degli inediti. Li abbiamo incontrati e intervistati.
Partiamo dall'Amore che Torni.
E' un disco che ha una luce incredibile che viene da un buco nero.
Cosa è successo?
Tu fai le cose consapevolmente, ma inconsciamente può accadere di tutto: per la prima volta abbiamo avuto una crisi pesante, ma da quell'incidente è poi nata una cosa solare, più bella del passato.
Un malessere passeggero?
No, la nostra è stata una crisi seria, per un paio di mesi ci siamo davvero sciolti.
Lo raccontiamo?
Giuliano è fuggito a New York a provare la giusta solitudine, avevamo la percezione di doverci staccare, di stare lontano dal buco nero. Questa crisi ci è servita a crescere.
Ed eccoci al titolo.
Amore che torni è un ritorno su noi stessi dopo che è stato opportuno allontanarci. Ci siamo ritrovati in pochi mesi a lavorare a un disco forte. Pensando alle galassie abbiamo capito che una canzone che parte da 2, 3, 5 persone può diventare universale, è un universo che nasce, cresce, muore, rinasce, si trasforma. Oggi parliamo di un nuovo, incredibile inizio che vede pure la firma di un nuovo contratto: ora siamo anche editori e abbiamo un contratto che 15 anni fa non era immaginabile. E’ normale scappare, ma anche tornare quando c’è un gruppo di amici così.
E' difficile essere Negramaro?
La gestione di questa band è importante e faticosa. C’è chi può pensare sia semplice, ma stare vicino alla gente non è facile, la comunicazione è un meccanismo veloce.
Come lo vivete?
Noi non prendiamo decisioni forzate dalla necessità di un disco o un tour. Allontanarci e riflettere ci ha portato in maniera spontanea a riaccendere il fuoco tra di noi. Siamo tornati alle riunioni con energia e lucidità, ecco perché si parla di una ripartenza e c’è l’energia per affrontare altri vent’anni.
C'è voglia di un nuovo inizio nel brano 'Per uno come me'.
E' la storia di due ragazzi che si guardano su un barcone. Quando due stanno per affogare, cercando un sogno su altre sponde, quando si promettono di sopravvivere e invecchiare su qualunque riva approdino...è un nuovo inizio.
Quando avete capito che i Negramaro avrebbero avuto un nuovo inizio?
Giuliano ha scritto una canzone di una bambina che avrebbe scompigliato le carte in casa, forse anche riferita al suo desiderio di paternità. Non parlava di un figlio, ma quando l'ha ascoltata Andrea, è scoppiato a piangere: aspettava una figlia e Giuliano, autore del testo non ne sapeva nulla. Lì è partito l’abbraccio.
Poi che è successo?
In studio ci siamo visti a più riprese e in gruppi diversi. Se pensiamo che a dicembre dell'anno scorso non c’era nulla e adesso abbiamo un disco. Sugar sta facendo un lavoro passionale come si faceva una volta, sembra che stiano lavorando a un progetto che riguarda la loro famiglia. Questo disco è partito da una selezione di 80 brani.
Si sente un suono molto analogico.
L'essenzialità è frutto di quello che c’è stato prima. Non dimentichiamo che in una vita da band i problemi ci sono quotidianamente. Poi abbiamo iniziato a lavorare come dei trattori. E' stato fatto un lavoro enorme sui suoni analogici, ma restando contemporanei. Andrea ha lavorato molto su synth analogici degli anni Ottanta e, soprattutto, Novanta, la nostra epoca. Abbiamo seguito una strada contemporanea utilizzando strumenti vintage e siamo arrivati a un disco che è la fusion della nostra storia.
Farete sei stadi nel 2018.
Il live è la nostra dimensione naturale, ci saranno immagini e gioia. Il sentimento più brutto è la solitudine.
Giovedì siete ospiti a X Factor.
Ricorda la nuova luce di cui abbiamo parlato?
Certo.
Immersi in questa luminosità ci siamo resi conto di quello che abbiamo fatto ed è nato il desiderio di chi è nato all'alba del Duemila e la musica l'ha conosciuta in televisione. Quando è partito il nostro viaggio in Salento mancavano le strutture tecniche e poi siamo nati in una cantina. Vogliamo raccontare ai ragazzi di X Factor la nostra storia.
La vostra storia è una favola.
Noi nasciamo con la trilogia: Salento-Anni Novanta-Partire da zero. E nel 2018 faremo gli stadi.
Consigli ai ragazzi?
Non pensare mai al successo. A chi mi manda dei demo, e ne ricevo a migliaia, e mi chiede come si raggiunge il successo consiglio di smettere. Se inizi questo lavoro, perché di un lavoro si tratta, verrai mangiato da quel limite. Le raccontiamo un aneddoto.
Volentieri.
Nel 2008, dopo il nostro primo San Siro, ci siamo trovati sotto il palco, ebbri di gioia, e abbiamo realizzato che mai ci siamo detti la parola successo. Suonavamo a Lecce e quello per noi era già Wembley.
Cosa porterete all'X Factor Arena?
Una band che nasce in una cantina popolata da tanti ragni!