Il regista espatriato (a Los Angeles) e il cantautore di “Destinazione paradiso” animano il post-election day di Fiorello e Meloccaro. Edicola Fiore ti aspetta dal lunedì al venerdì, in diretta alle 7.30 e nella versione speciale serale rieditata alle 20.30, sempre su Sky Uno.
di Paolo Crespi
Dal mesto “What a wonderful world” dell’anteprima antelucana al bar con Agonia al pimpante coro di boys and girls di “America” in “West Side Story” (“stanno votando in America… “), è segnato dalla musica a stelle e strisce il risveglio dell’Edicola in un mondo a risultati parziali, e poi definitivi, completamente rovesciati rispetto ai pronostici della vigilia.
“E’ importante portare il buonumore”: non cambia, in questa “strana giornata”, la mission del programma di Fiorello, che per sdrammatizzare, nel giorno della vittoria a sorpresa di Donald Trump se la prende solo con le star d’Oltreoceano: “Springsteen, Lady Gaga, Madonna: la dovete finire di fare endorsement… portate sfiga!” E spiazza tutti i media della concorrenza con una “ultim’ora” davvero esclusiva: “Hillary Clinton nuovo assessore al bilancio del comune di Roma!”.
A reggergli il gioco, ospite in iPad, c’è uno “sfiatato, devastato, triste e preoccupato” Gabriele Muccino, che dalla sua casa di Los Angeles si improvvisa analista politico parlando di famiglie americane “spaccate a metà” dal voto di ieri. Per l’emozione (“effetto Trump?”), il regista di “Ultimo bacio” e “L’estate addosso” non balbetta nemmeno più mentre dà consigli tecnici sulla diretta televisiva e i “piano sequenza” dietro le quinte del programma di Sky Uno. In collegamento esterno, a dire la sua c’è anche Giorgia “Germani” Meloni, che prevede addirittura un cambio di destinazione d’uso del palazzo presidenziale: “da Casa Bianca a Casa Pound”.
Ancora pochi flash di varia cronaca ed è la musica a riprendere il sopravvento con il cantautore lombardo Gianluca Grignani che in esterno alba (per lui) canta dal bollino rosso con un paio di fan “Una strada in mezzo al cielo”. Poi, nel comfort del Festival-bar, al protagonista di una clamorosa (per l’epoca, era il 1995) protesta contro l’abusata prassi del playback tocca per contrappasso la prova più dura: la strofa clou di “Un falco a metà” mimata fuori sincrono sulla base, con il microfono che finisce, ancora una volta, in tasca. In chiusura di puntata c’è solo il tempo per un live in studio, personalizzato, del suo cavallo di battaglia “Destinazione paradiso” e un sentito “grazie” di Fiorello e C. per non dimenticare il grande oncologo Umberto Veronesi, che proprio ieri ci ha lasciato. A stasera per altre sciabolate, elettorali e non.