Sofia Buconi, una creatività inquieta e speciale nata a X Factor

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Sofia Buconi fotografata da Elena Vertebra
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Poche settimane che valgono due anni: questa è l'eredità che X Factor ha lasciato a Sofia Buconi e che ci racconta in questa intervista insieme al suo nuovo percorso artistico. Intanto sono prossimi i bootcamp di X Factor 2016, in programma giovedì 30 giugno e venerdì 1 luglio al Forum di Assago a Milano

 

di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)


Un viaggio nel mare procelloso della musica che salpa dal porto di X Factor e procede nell'oceano delle contaminazioni. Anche se fa un po' specie parlare di onde con Sofia Buconi, che è emiliana, vive a Bologna eppure surfa negli stili della musica. La abbiamo intervistata mentre si avvicinano i bootcamp di X Factor 2016, in programma giovedì 30 giugno e venerdì 1 luglio al Forum di Assago a Milano.

 

Sofia fotografata da Elena Vertebra

Sofia quale rotta segue oggi?
La direzione è sempre in italiano anche se in tempi recenti ho lavorato a lungo a un progetto inglese.
Qualche indicazione in più?
Vorremmo raggiungere un pubblico radiofonico più ampio possibile. Una traccia rap intrisa di altre sonorità.
Scrive lei i testi?
Parecchi sì, poi collaboro con Matteo Buratti. Sono anche stata ospite del suo lavoro Distopia Utopia: ho partecipato con tre brani.
Descriva la sua voce oggi?
Un cantato rotondo che vira verso il rap. E non rinuncia a contaminazioni.
Da dove viene?
Dal jazz e soul. Poi ho lavorato molto con Freak Antoni e gli Skiantos, tra rock demenziale e rock underground. Ho anche seguito un progetto più dance.
Inquieta?
Eccome. Di natura. Ma ho imparato a conviverci anche se è più un problema che una virtù.
La musica le dà sollievo?
Manifesto quello che nella vita non mi è concesso. E il rap amplifica le possibilità.
Quando il disco?
Non ci siamo dati un tempo. Credo molto in quello che faccio e dunque pensiamo dapprima a fare un buon lavoro. poi, visto che adesso siamo in regime di auto-produzione, lo proporremo ad altre etichette.
Nell'attesa fa concerti?
Non so stare lontana dal palco. Collaboro con una scuola di musica e anche lì ogni occasione per salire on stage è ben accetta. E' la mia dimensione.
Ricordi di X Factor?
Una esperienza importante, è stato il "la" della mia carriera.
Siamo vicini ai bootcamp di X Factor 2016: consigli?
Io direi di presentarsi con un progetto. Le qualità vocali sono strategiche ma avere anche un progetto delineato può essere la marcia in più.
Che effetto fa stare settimane isolati dal mondo?
E' strano non avere la percezione di quello che accade fuori, ma è anche una protezione. Poi, quando si esce, inizia un'altra sfida.
Lei è andata preparata?
Ammetto che prima avevo fatto solo un paio di concerti: la botta emotiva e artistica di quel palco è stata pazzesca.
Come lo racconterebbe?
Un tuffo nel vuoto. Ma abbatti dei muri: sono cresciuta più in quel periodo che in due anni.
Lo rifarebbe?
Eccome, per quello che mi ha dato.
Ora lo guarda?
L'edizione 2015 la ho seguita tutta e ho molto apprezzato. Finalmente sono state scelte canzoni non usuali. E poi Sky è fortissima!








 

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