RDS Academy, a scuola di radio con Matteo Maffucci and friends
TV ShowIn attesa di scoprire quali prove dovranno superare gli aspiranti speaker in gara, in esclusiva ogni giovedì alle 23 su Sky Uno, ecco cosa ci ha raccontato Matteo Maffucci, coach del primo programma che fa scuola di radio come nessun altro
di Barbara Ferrara
Una competizione, quella di RDS Academy, che non ha solo il sapore della sfida, ma mira a fare del talento un mestiere con la m maiuscola. E’ di tanti il sogno di trasformare la propria passione in una professione e tra tutti gli aspiranti speaker in gara solo il vincitore potrà portarsi a casa un contratto con RDS.
In attesa del prossimo appuntamento con RDS Academy, ogni giovedì alle 23 su Sky Uno, leggi l'intervista a Matteo Maffucci, uno dei coach del programma, insieme ad Anna Pettinelli e Giuseppe Cruciani. Il cantante del gruppo Zero Assoluto formato insieme a Thomas De Gasperi, ci racconta della sua travolgente passione , di come questa affondi le sue radici nella storia della sua stessa vita e di come vede il futuro della radio.
Cantante, conduttore, scrittore, giornalista e giudice di RDS Academy: qual è il ruolo in cui si sente meglio?
In tutte le cose che faccio mi sento abbastanza a mio agio. Altrimenti non le farei, posso fare tutto ciò che non mi fa sentire ridicolo. E per il momneto non mi sento ridicolo in nessuno di questi.
Cos’è per lei la radio?
Se non il primo, sicuramente il mio secondo amore più grande. L’ho fatta per dodici anni parallelamente alla musica. Sono due amori che viaggiano su strade abbastanza parallele anche se poi la musica purtroppo ti richiede un quantitativo di tempo tale da non poter fare entrambe. E’ sicuramente una passione travolgente.
Il primo ricordo legato alla radio?
Risale al 2001: la prima volta in cui sono andato in diretta, tra l’altro è successo in modo del tutto casuale, siamo andati a fare un’intervista in una radio e il giorno dopo ci hanno chiesto di fare un programma proprio in quella stessa radio, il direttore era Claudio Cecchetto e Radio Hit Channel è stato il primo esperimento radio e video della storia, unico nel suo genere.
Le caratteristiche che non possono mancare a uno speaker?
Personalità e tecnica, non possono mancare né l’una né l’altra, sono imprescindibili.
Speaker si nasce o si diventa?
Tutt’e due, si nasce nel senso che il talento è il talento: o lo hai di nascita, o non lo hai. Comunque da solo non basta, serve tanto studio e tanta tecnica. La cosa da approfondire è poi l’aspetto della personalità ed è importante la curiosità. L’aspetto intimo di te che metti al servizio del programma è fondamentale.
Dritte fondamentali da dare agli aspiranti speaker?
Innanzitutto quando uno sta davanti a un microfono non deve mentire, se deve raccontare qualcosa, deve dire la verità perché la gente se ne accorge immediatamente e ti saluta. Non c’è cosa peggiore di sentire una voce impostata. Secondo bisogna studiare tanto, non solo nel senso stretto, ma devi avere la consapevolezza di quello che ti succede intorno: se fai un programma sulla quotidianità questa cosa non può mancare, è il punto di partenza per qualsiasi cosa.
Cosa cerca a RDS Academy?
Cerco il talento, chi ha una forte personalità, una tecnica naturale, un vocabolario ampio e che ha il sogno vero della radio e non quello di apparire in un talent. Noi offriamo un contratto di lavoro che è abbastanza raro.
Come si accorge di chi ha stoffa?
Quando stai parlando con una persona e nonostante all’improvviso gli dica che è in onda, non noti in lei nessun tipo di cambiamento, sia vocale sia di altro tipo. Significa che ha capito che la radio è spontaneità.
Un aggettivo che descriva i suoi compagni di viaggio Anna Pettinelli e Giuseppe Cruciani?
Anna: leggendaria, stiamo parlando della radio con r maiuscola, il Francesco Totti della radiofonia italiana, immortale. Giuseppe: sarebbe semplice dire polemico, in realtà è una delle persone che ho conosciuto in assoluto che ami di più il mezzo radiofonico. Non ho mai visto nessuno con tanto amore per la radio.
Una qualità che loro hanno e lei no.
Tantissime, quello che senza ombra di dubbio loro hanno in più di me è l’esperienza.
Cosa pensa della citazione di Bob Dylan: “Ho sempre trovato qualcosa alla radio. Proprio come i treni e le campane, era parte della colonna sonora della mia vita?”
Molto bella e molto musicale. Le canzoni associate alla quotidianità diventano colonna sonora e nel momento in cui si innesca quel corto circuito, te la porti per sempre. Il programma radio per tanta gente è compagnia quotidiana e quella compagnia non ha prezzo.
Il futuro della radio che futuro è?
La radio è in ascesa continua, non vive nessun tipo di crisi a differenza di tutti gli altri mezzi di comunicazione. Sicuramente internet ha dato la possibilità di scegliere in maniera molto più approfondita quello che desideri, ma quello che la radio non perderà mai è quel senso di “ci sono sempre e sono in diretta”. Questo meccanismo, che può sembrare una sciocchezza, è in realtà una delle cose che lega di più la gente al mezzo radiofonico.